Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 11 n. 3

maggio-giugno 1999

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi

Per informazioni sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.
E-mail: arkbbtit@ftbcc.it

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/03/89

Vol. 11 N. 3 - maggio-giugno 1999

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze










SOMMARIO

KRSNA: DIO AL CENTO PER CENTO
Una lezione di Srila Prabhupada

DOMANDE E RISPOSTE SULLA GITA
di Krishan B. Lal

I SANTI SONO LA PROVA
di Satsvarupa Dasa Gosvami

RIFLESSIONI SULL'ASHRAM di
Krsnapriya Devi Dasi

SRIMAD BHAGAVATAM
Le sublimi qualità del devoto elevato

MAESTRI IN CUCINA
Buffet estivo

MAHABHARATA
La collera di Sisupala

PERSA E RITROVATA
di Arcanasiddhi Devi Dasi

SRILA PRABHUPADA PARLA CHIARO
"Sei tu il padrone del tuo corpo?"

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















KRSNA
DIO AL CENTO PER CENTO

Sri Krsna rivela il metodo per conoscerLo

Una lezione tenuta a Hyderabad, in India, il 18 novembre, 1972 da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna

dehina 'smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantarapraptir
dhiras tatra na muhyati

_Come l'anima incarnata passa, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. Il saggio non è turbato da questo cambiamento".
Bhagavad-gita 2.13

Questo verso è tratto dal secondo capitolo della Bhagavad-gita. Il primo capitolo è lo studio preparatorio della Bhagavad-gita e il secondo capitolo è lo studio sintetico. Bhagavad-gita significa "la canzone cantata da Dio, la Persona Suprema". Nel corso della lettura della Bhagavad-gita troveremo l'espressione sri bhagavan uvaca: "Dio, la Persona Suprema disse".
La Bhagavad-gita è la scienza della comprensione di Dio. Come ogni cosa è compresa totalmente mediante un metodo scientifico, così se vuoi conoscere Dio devi adottare il metodo col quale è possibile comprendere Dio. Quel metodo è descritto nella Bhagavadgita: bhaktya mam abhijanati. Krsna, Dio, la Persona Suprema dice: "Se qualcuno vuole conoscerMi deve servirsi del metodo del servizio devozionale", non del metodo speculativo o del metodo dello yoga mistico oppure delle attività interessate.
Questo punto è chiaramente affermato non soltanto nella Bhagavad-gita, ma in tutte le altre scritture vediche. Per esempio:

athapi te deva padambujadvaya-prasadalesanugrhita eva hi
janati tattvam bhagavanmahimno
na canya eko 'pi ciram vicinvan

E' possibile capire Dio, la Persona Suprema, soltanto grazie alla Sua misericordia.
Chiunque abbia ricevuto anche solo una particella di prasadam, di misericordia del Signore, può capirLo.
Nessuno può capire perfettamente il Signore perché il Signore è illimitato. Noi abbiamo sensi imperfetti, limitati, siamo soggetti all'illusione, cerchiamo di ingannarLo. Abbiamo tanti difetti. Perciò non è possibile capire Dio solo con l'esercizio dei nostri sensi.
Sapere "Dio è buono", "Dio è grande", è una cosa, ma con lo studio della Bhagavadgita non solo sappiamo che Dio è grande, ma vediamo anche che genere di Dio Egli è, qual è la Sua forma, e così via. Abbiamo ascoltato dalle Scritture:

isvarah paramah krsnah
saccidanandavigrahah
anadir adir govindah
sarvakaranakaranam

"Krsna è noto come Govinda, è la Divinità Suprema, Egli ha un corpo spirituale eterno, pieno di felicità. Egli è l'origine di tutto ed è la causa di tutte le cause". Quando Krsna era presente, cinquemila anni fa, apparve nella Sua forma originale di eternità, conoscenza e gioia. Ma i non devoti non compresero che Egli era la Suprema Personalità di Dio perché Egli era apparso come un essere umano. Avajananti mam mudha manusim tanum asritam. Mudha significa persone meno intelligenti. Forse così potranno essere grandi studiosi, ma sono mudha, in materia di comprensione di Dio.
Perché? Mayaya apahrtajnana asuram bhavam asritah. Perché essi sfidano Dio. Attualmente la maggior parte delle persone è asuram bhavam asritah. Asuri bhava significa sfidare Dio. "Dio non c'è. Dio è morto. Io sono Dio, tu sei Dio. Molti Dei stanno oziando nella strada. Perché state cercando Dio?" Ci sono tante affermazioni come queste. Dio è diventato tanto a buon mercato. Sono tante le incarnazioni di Dio, soprattutto in India. E' un terreno favorevole per la riproduzione di "Dei". Ciò significa che le persone non sanno chi è Dio. Pensano che Dio sia molto a buon mercato. Ma dalla Bhagavadgita comprendiamo che cos'è Dio. Arjuna chiese a Krsna: "Come fai a controllare il mondo intero?" Krsna spiegò e poi concluse:

athava bahunaitena
kim jnatena tavarjuna
vistabhyaham idam krtsnam
ekamsena sthito jagat

"L'intero mondo materiale è sostenuto da una manifestazione parziale delle Mie energie". La manifestazione materiale è un quarto delle energie di Dio. Il mondo spirituale è costituito dai tre quarti della manifestazione delle Sue energie nel mondo spirituale. Paras tasmat tu bhavo 'nyo 'vyakto 'vyaktat sanatanah. Al di là del mondo materiale c'è un'altra natura, che è spirituale. La natura spirituale è definita para, _superiore". Sono due le energie che operano: la natura materiale e la natura spirituale. La natura materiale è descritta nella Bhagavadgita:

bhumir apo 'nalo vayuh
kham mano buddhir eva ca
ahankara itiyam me
bhinna prakrtir astadha

Queste otto categorie di energia  terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza ed ego  costituiscono la natura materiale. Bhinna prakrtih. Queste sono energie separate e sono inferiori, apara. Apareyam itas tv anyam prakrtim viddhi me param. Al di là dell'energia inferiore c'è un'altra superiore energia. Quella è l'essere vivente.



L'ENERGIA SUPERIORE

L'essere vivente è un'energia del Signore Supremo, proprio come la luce del sole è l'energia del globo solare. La luce del sole è una combinazione di piccole particelle luminose. Essa appare come qualcosa di omogeneo, ma è costituita di piccole particelle. Quella è la comprensione scientifica. Analogamente noi siamo piccole particelle del Signore Supremo. Quanto piccole? Anche questo è specificato nelle scritture:

balagra-sata-bhagasya
satadha kalpitasya ca
bhago jivah sa vijneyah
sa canantyaya kalpate

La dimensione dell'essere vivente è un decimillesimo della punta di un capello. Noi siamo orgogliosi dei nostri occhi, ma abbiamo qui l'indicazione tratta dalle scritture, della lunghezza e della larghezza dell'anima vivente. Potresti cercare di vedere ciò coi tuoi occhi o col microscopio, ma non è possibile. Per questa ragione c'è una categoria di filosofi che affermano che l'anima è nirakara, "senza forma".
Illuminazione spirituale significa che per prima cosa dobbiamo cercare di comprendere il jiva, perché il jiva è una minuscola particella del Signore.
Possiamo capire la composizione dell'oro da una minuscola particella d'oro, o la composizione chimica dell'oceano da una goccia d'acqua dell'oceano. In modo analogo, se analizziamo le caratteristiche dell'essere vivente, possiamo capire le caratteristiche di Dio.



LE AUTORITA' ACCETTANO KRSNA

Perciò l'educazione spirituale ha inizio con la comprensione del sé. Quella è definita realizzazione spirituale. Come puoi realizzare il sé? Dobbiamo ricevere la conoscenza da altri. Dobbiamo apprendere da un maestro. Krsna è considerato il supremo maestro da grandi saggi, quali Vyasadeva, Narada, Devala, Asita e altri grandi saggi, e in età moderna, dai nostri acarya, precettori spirituali: Ramanujacarya, Madhvacarya, Visnusvami, Nimbarka, Sankaracarya. Dobbiamo seguire gli acarya. Tutti questi acarya considerano Krsna il Signore Supremo. Inoltre, cinquecento anni fa anche Sri Caitanya Mahaprabhu considerò Krsna la Suprema Personalità di Dio. Lo SrimadBhagavatam afferma, krsnas tu bhagavan svayam: "Krsna è il Signore Supremo". Anche Brahma afferma:

isvarah paramah krsnah
sac-cid-ananda-vigrahah
anadir adir govindah
sarva-karana-karanam

"Govinda, Krsna, è la causa di tutte le cause. Egli è la causa primaria, ed è la stessa forma di eternità, conoscenza e gioia". Poiché abbiamo tante prove, dobbiamo considerare Krsna la Suprema Personalità di Dio. Non esiste dubbio su ciò. Ma perché la gente non accetta? Perché tanti studiosi importanti e grandi scienziati non accettano che Krsna sia la Suprema Personalità di Dio? La ragione e spiegata nella Bhagavadgita:

na mam duskrtino mudhah
prapadyante naradhamah
mayayapahrta-jnana
asuram bhavam asritah

_Gli stolti, gli ultimi tra gli uomini, coloro la cui conoscenza è stata rubata dall'illusione, e coloro che hanno una natura atea e demoniaca sono tutti miscredenti e non si arrendono a Me". Krti significa _meritorio" e duskrti significa _miscredenti"  cioè coloro che usano i loro meriti con intenti maligni. Ognuno ha qualche merito ma se ne serve per fini di iniquità. Un ladro, per esempio, usa il proprio cervello per rubare. Tale persona è definita duskrti.
Un'altra categoria di persone è definita mudha. Mudha significa meno intelligente". Un'altra categoria è naradhama, "il più basso nel genere umano". E infine, mayaya apahrta-jnanah, "coloro la cui conoscenza è stata portata via da maya, l'illusione". Questa categoria di uomini non si arrendono a Krsna.
Non siamo noi che stiamo inventando questi termini. Sono parole contenute nella Bhagavadgita. Se sosteniamo lo studio della Gita, dobbiamo accettare le affermazioni che essa contiene. Bhagavad-gita significa il _canto del Signore, la Suprema Personalità".
Il nostro Movimento per la Coscienza di Krsna è destinato a predicare in tutto il mondo che Krsna è Dio, la Suprema Personalità: krsnas tu Bhagavan svayam. Tu stai cercando di trovare Dio. Stai impegnando in mille modi il tuo cervello, ma nonostante ciò talvolta dici: "Dio non c'è, Dio è morto", oppure: "Tutti sono Dio", etc. La nostra proposta invece è: "Perché sforzarti in tanti modi col tuo cervello. Qui c'è Dio, c'è Krsna".
Ascoltando dalle autorità, ascoltando dalla letteratura Vedica, ascoltando i divertimenti di Krsna possiamo renderci conto che Krsna è Dio. Se leggi ciò che riguarda la vita di Krsna, possiamo vedere fin dall'inizio che Egli è Dio. Dio non è fabbricato con qualche potere mistico. Dio è Dio, e un cane è sempre un cane. Un cane non può diventare Dio; Dio non può diventare un cane. Krsna era Dio sin dall'inizio. Appena prese nascita, Krsna apparve nella Sua forma di Visnu a quattro braccia, ma quando Sua madre Lo pregò di diventare un bambino comune, Egli diventò un bambino ordinario a due braccia. Perciò, quello è Dio: deve essere Dio fin dall'inizio, non che debba diventare Dio con qualche potere mistico. Anche noi abbiamo qualche potere, perché ognuno di noi è un frammento infinitesimale di Dio, ma non possiamo diventare Dio al cento per cento. Questo non è possibile. Grandi studiosi dei Veda hanno analizzato tutti gli esseri celesti e altri esseri viventi e hanno trovato che soltanto Krsna è Dio al cento per cento. Ete camsakalah pumsah krsnas tu bhagavan svayam.
Tutti gli altri sono subordinati. Vi sono molti altri dei, ma nessuno di loro è il Dio Supremo. Isvarah paramah krsnah. Stiamo parlando di paramah isvarah, ossia di paramesvara. Ci sono due parole: isvara, paramesvara; atma, paramatma. Il param  supremo  è Dio. Noi siamo Brahman; Egli è Parabrahman. Perciò Parabrahman, Paramatma, Paramesvara  tutti questi appellativi sono applicabili a Krsna.
Dopo aver ascoltato la Bhagavadgita, Arjuna ammise:

param brahma param dhama
pavitram paramam bhavan
purusam sasvatam divyam
adi-devam ajam vibhum

"Tu sei la Suprema Personalità di Dio, la dimora suprema, il più puro, la Verità Assoluta. Tu sei l'eterna, trascendentale, persona originale, il non-nato, il più grande". Questa è la posizione di Krsna.
Nella Bhagavadgita Krsna dice anche: aham adir hi devanam: _Io sono la fonte di tutti gli esseri celesti". Gli esseri celesti sono molti  Indra, Candra, Varuna e molti altri. Ma Krsna afferma che essi hanno in Lui la loro origine. Poi Egli aggiunge, aham sarvasya prabhavo mattah sarvam pravartate: "Sono la fonte di ogni cosa. Tutto emana da Me". Nel Vedantasutra la Verità Assoluta è definita, janmady asya yatah: "Egli da cui ogni cosa emana".
Grazie al Suo potere Krsna è Bhagavan. Bhagavan significa: completo nelle sei opulenze. Dio deve essere il più ricco, il più forte, il più famoso, il più attraente, il più dedito alla rinuncia e il più sapiente. Questa è la definizione di Dio. Brahma considera Krsna Dio nella definizione, isvarah paramah krsnah: Krsna è il controllore supremo". Se Krsna non fosse il più potente, come potrebbe essere il controllore supremo.
Ognuno di noi è un piccolo controllore. Alcuni controllano il loro ufficio, altri la vita di famiglia, altri controllano qualche fabbrica, ma nessuno può dire: "Io sono il controllore supremo".
Questo non è possibile. Krsna è il controllore supremo.
In questo movimento per la coscienza di Krsna noi stiamo cercando di collegarci col controllore supremo; non desideriamo diventare i controllori. Vogliamo essere controllati  ma dal controllore supremo, non da altri.
Questo è il nostro proposito. Se per esempio, una persona deve servire, può aspirare a mettersi al servizio del governo, perché risulta naturale concludere: _Se devo fare un servizio, perché servire un mercante da quattro soldi? Perché non servire il governo?"
Non possiamo far altro che servire, nessuno di noi lo può evitare. Questa è la nostra posizione costituzionale. Ognuno di noi è un servitore. Perciò il nostro proposito è: "In ogni caso siamo servitori. Perché non diventare servitori di Dio?" Questo è il nostro proposito nel Movimento per la Coscienza di Krsna.
Non possiamo far altro che servire, nessuno di noi lo può evitare. Questa è la nostra posizione costituzionale.
Ognuno di noi è un servitore. Perciò il nostro proposito è: in ogni occasione siamo servitori. Perché non diventare servitori di Dio? Questo è il nostro proposito nel Movimento della coscienza di Krishna.
Nell'ambito della coscienza materiale siamo tutti servitori dei nostri sensi. Per i dettami dei nostri desideri lussuriosi ci limitiamo ad agire in modo detestabile. Perciò siamo tutti servitori. Per questa ragione Sri Caitanya afferma, jivera svarupa haya nityakrsnadasa: la nostra reale posizione costituzionale è quella di eterni servitori di Dio, Krsna. Tuttavia nella condizione materiale della vita, ognuno di noi sta cercando di diventare il maestro. Questa è la lotta per l'esistenza. Ognuno sta pensando: "Diventerò un maestro. Diventerò il Supremo". La nostra posizione tuttavia è quella di essere servitori. Perciò il nostro pensiero è definito illusione. Non sono maestro. Sono servitore. Solo artificialmente sto cercando di diventare un maestro. Questa è la lotta per l'esistenza.
Quando abbandoni questa idea sbagliata  sono maestro  e cerchi di diventare il servitore del Supremo, quella è chiamata liberazione. Liberazione non significa assumere una forma gigantesca o molte mani o molte gambe. Liberazione significa liberarsi dalla falsa coscienza. La coscienza sbagliata consiste nel pensare: "Sono un maestro". Questa coscienza deve essere cambiata. Questa è la finalità del Movimento per la coscienza di Krishna. Si deve capire in profondità che non siamo maestri, ma servitori. Si deve completamente dipendere dalla volontà suprema. Se non lo facciamo, dovremo arrenderci alla volontà di maya. Dobbiamo rimanere servitori. Se rifiutiamo il servizio al Signore Supremo diventeremo servitori dei sensi. Questa è maya. In realtà questo comportamento perdura. Il mondo intero sta servendo differenti forme di desiderio.
Non abbiamo inventato il Movimento per la coscienza di Krishna, lo abbiamo ricevuto dalla Bhagavad-gita: sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja. Krsna dice: "Abbandona tutti i desideri assurdi e arrenditi a Me". Ciò sintetizza l'intera finalità della Bhagavadgita. Maya ci impone i nostri desideri, che poi si impongono su di noi, e noi vogliamo diventare falsi maestri. Questa è illusione. Non siamo maestri. Come possiamo esserlo? Possiamo essere scientificamente avanzati.
Possiamo ideare macchine e armi meravigliose, ma nonostante tutto, siamo soggetti alle regole di maya: nascita, malattia, vecchiaia e morte. Non possiamo sfuggire a questi quattro princìpi architettati da maya.
Perciò un uomo sano e veramente colto si arrende a Krsna. Bahunam janmanam ante jnanavan mam prapadyate. Chi ha raggiunto la saggezza si arrende a Krsna. Altrimenti si pensa: "Chi è Krsna? Io equivalgo a Krsna. Sono Dio". Quella è maya, non è vera conoscenza.
Nello SrimadBhagavatam è detto, ye 'nye 'ravindaksa vimuktamaninah. Esistono persone che pensano di essersi liberate, e di essere diventate Narayana, cioè Dio, ma certo non lo sono perché sono soggette alle regole della natura materiale. Non possono sfuggire alla sua presa. Chi può sfuggire a maya? Mam eva ye prapadyante. Krsna dice: "Chiunque si arrenda a Me".

daivi hy esa gunamayi
mama maya duratyaya
mam eva ye prapadyante
mayam etam taranti te

"Questa mia energia divina che è formata dalle tre influenze della natura è difficile da superare, ma coloro che si arrendono a Me ne varcano facilmente i limiti".
Perciò il Movimento per la coscienza di Krishna è un movimento molto pio e promuove le attività più benefiche. Noi stiamo predicando questo movimento in tutto il mondo. La nostra unica ambizione è quella di stabilire Krsna come la Suprema Personalità di Dio. Non vogliamo diventare Krsna. Vogliamo diventare i più ubbidienti servitori di Krsna. Questo ci proponiamo.
Invitiamo tutti, da ogni parte del mondo, e le persone stanno arrivando e si uniscono al nostro movimento. Krsna è apparso in India e quindi l'India gode del vantaggio speciale di comprendere Krsna. Gli Indiani però stanno trascurando questa comprensione, e questa è una vera sfortuna.
Chiediamo a tutti di unirsi a questo movimento, di studiare la filosofia e di diventare felici.
Questo è il nostro proposito.

Grazie molte.
DOMANDE E RISPOSTE SULLA GITA

di Krishnan B. Lal


Figure:
Vivasvan (sopra), enuncia l'eterna conoscenza della Bhagavad-gita a Manu, il quale più tardi (sotto) ripeterà lo stesso insegnamento al suo figlio Iksvaku.

PARTE 1

(L'autore di queste pagine ha composto l'introduzione della Bhagavad-gita così com'è di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, sotto forma di ''Domande e risposte". La maggior parte delle risposte sono state tratte testualmente da questa introduzione).



Che cos'è la Bhagavad-gita?

La Bhagavad-gita ("Il canto del Signore"), nota anche come Gitopanisad, è l'essenza della conoscenza vedica e una delle più importanti Upanisad della letteratura vedica. Il discorso tra il Signore, Sri Krsna, e il principe Arjuna si svolse cinquemila anni fa sul campo di battaglia di Kuruksetra (situato a circa 200 chilometri a nord dell'attuale Nuova Delhi). Il saggio Vyasadeva registrò la conversazione in sanscrito, e la incluse nella sua opera epica, il Mahabharata.



I commenti esistenti sulla
Bhagavad-gita
hanno tutti uguale valore?

Sono molti i commenti in lingua inglese sulla Bhagavad-gita, ma nessuno può essere rigidamente considerato autorevole perché il commentatore ha espresso in ognuno di essi le sue opinioni personali, senza cogliere lo spirito della Bhagavad-gita. Per essere considerato autorevole il traduttore deve essere un devoto riconosciuto di Dio, la Personalità Suprema, Krsna, e i punti di vista da lui esaminati devono essere corroborati con l'evidenza tratta da altre scritture vediche e da maestri spirituali nella linea di successione di maestri.



Che cos'è lo spirito della
Bhagavad-gita?

Lo spirito della Bhagavad-gita è menzionato nella Bhagavad-gita stessa, e può essere così spiegato: Se vogliamo prendere una medicina particolare dobbiamo seguire le istruzioni allegate ad essa, o le direttive di un medico. In modo analogo la Bhagavad-gita dovrebbe essere accettata sulla base delle indicazioni di colui che l'ha enunciata; in questo caso è Sri Krsna che parla. Egli è citato in ogni pagina della Gita come Bhagavan, la Suprema Personalità di Dio.



Qual è il significato del termine
bhagavan?

Talvolta il termine bhagavan si riferisce a qualsiasi persona potente o a qualche potente essere celeste, e certamente nella Bhagavad-gita, bhagavan designa Sri Krsna come una grande personalità, ma nello stesso tempo dovremmo sapere che Sri Krsna è la Suprema Personalità di Dio, come è confermato da tutti i grandi acarya (maestri spirituali) quali Sankaracarya, Ramanujacarya, Madvacarya, Nimbarka Svami, Sri Caitanya Mahaprabhu e molte altre autorità nel campo della conoscenza vedica indiana.
Anche il Signore stesso si fa riconoscere come la Suprema Personalità di Dio nella Bhagavadgita; Egli fu accettato come tale nella Brahma-samitha e in tutti i Purana, e specialmente nello SrimadBhagavatam, che è noto come Bhagavata Purana (krsnas tu bhagavan svayam). Perciò dovremmo accettare la Bhagavad-gita secondo le direttive di Dio, la Suprema Personalità stessa.
A chi era stata indirizzata precedentemente la Bhagavad-gita?
Nel quarto capitolo della Bhagavad-gita (4.1.3) il Signore informa Arjuna che questo metodo di yoga, la Bhagavad-gita, fu per la prima volta illustrata al dio del sole, poi il dio del sole la spiegò a Manu e Manu la spiegò a Iksvaku, e in quel modo, attraverso la successione di maestri, uno dopo l'altro, questo metodo di yoga era disceso.
Tuttavia, nel corso del tempo, esso era andato perduto. Per questa ragione il Signore lo divulgò di nuovo, questa volta ad Arjuna, sul campo di battaglia di Kuruksetra.



Perché Sri Krsna scelse
Arjuna come depositario della
Bhagavad-gita?

Sri Krsna dice ad Arjuna che sta riferendo a lui questo segreto supremo perché Arjuna è Suo devoto e
Suo amico. La Bhagavad-gita è un
trattato di conoscenza spirituale, è
il più confidenziale ed è destinato,
in particolare, al devoto del Signore. Krsna informa Arjuna, che
essendosi l'antica successione di
maestri interrotta, Egli sta facendo di lui il primo consegnatario di una nuova parampara (successione di maestri).



Chi è degno di capire la
Bhagavad-gita?

Vi sono tre categorie di trascendentalisti, i jnani, gli yogi e i bhakta, cioè gli impersonalisti, gli adepti della meditazione e i devoti. Il Signore insegnò la Bhagavad-gita ad Arjuna perché Arjuna era un devoto del Signore, un diretto studente e il Suo intimo amico.
Perciò, una persona dotata di qualità simili a quelle di Arjuna, è qualificato per comprendere la Gita, il che significa essere un devoto che ha una diretta relazione col Signore. Arjuna aveva una relazione di amicizia col Signore. Naturalmente c'è un'enorme differenza tra questa amicizia e l'amicizia che si trova nel mondo materiale. Quella di Krsna è un'amicizia trascendentale che nessuno può avere.
La Bhagavad-gita dovrebbe essere ascoltata con un'attitudine di devozione. Non dovremmo pensare di essere uguali a Krsna né pensare che Krsna sia una persona ordinaria o anche una persona molto importante. Sri Krsna è la Suprema Personalità di Dio. Perciò, secondo le affermazioni della Bhagavad-gita e le affermazioni di Arjuna, il quale sta cercando di capire la Bhagavad-gita, dovremmo almeno teoricamente considerare Sri Krsna la Suprema Personalità di Dio, e in quello spirito di sottomissione dovremmo capire la Bhagavad-gita. Per un non devoto è molto difficile capire, perché la Bhagavad-gita è un grande mistero.



Perché la conoscenza vedica è
ricevuta attraverso la successione
di maestri spirituali?

La conoscenza vedica non è una
questione di ricerca né viene impartita da esseri viventi imperfetti. Dobbiamo accettare la perfetta conoscenza che discende dalla parampara (successione di maestri), come è affermato nella Bhagavad-gita. Dobbiamo ricevere la conoscenza dalla fonte giusta, nella successione di maestri che ha inizio col maestro spirituale supremo, il Signore in persona, e trasmessa attraverso una successione di maestri spirituali. Arjuna, lo studente che prese lezioni da Sri Krsna, accetta tutto ciò che Krsna dice, senza contraddirLo. Non è ammesso accettare una parte della Bhagavadgita e un'altra no. Dobbiamo accettare la Bhagavad-gita senza interpretarla, senza eliminazioni e senza la nostra capricciosa interpretazione dell'argomento. La Gita dovrebbe essere considerata la presentazione più perfetta della conoscenza vedica. Essa era stata impartita nel cuore di Brahma, il primo essere creato, e Brahma a sua volta, l'aveva distribuita ai suoi figli e discepoli.



Che cos'è che rende la conoscenza
vedica infallibile e la conoscenza
umana imperfetta?

La conoscenza vedica è ricevuta da
fonti trascendentali e le prime parole sono pronunciate dal Signore
stesso. Le parole del Signore sono
definite apauruseya, perché sono
differenti dalle parole pronunciate
nel mondo materiale, da una persona che è schiava dei quattro difetti:
1. è sicura di fare errori 2. è sempre situata nell'illusione 3. ha la tendenza a ingannare 4. è limitata da sensi imperfetti.
A causa di queste quattro imperfezioni non è possibile dare informazioni perfette sulla conoscenza onnipervadente. Per conseguenza i seguaci dei Veda considerano completa e infallibile la conoscenza vedica. Lo sterco di mucca, per esempio, è l'escremento di un animale e secondo la smrti, ossia l'ingiunzione vedica, se si tocca l'escremento di un animale si deve fare un bagno per purificarsi. Nelle scritture vediche, però lo sterco di mucca è considerato un agente di purificazione. Si potrebbe considerare ciò contraddittorio, ma viene accettato in quanto è un'ingiunzione vedica; in verità accettandola non si commetterà errore. In seguito, infatti, è stato provato dalla scienza moderna che lo sterco di mucca ha proprietà antisettiche. Così la conoscenza vedica è completa perché è al di sopra di tutti i trucchi e gli errori, e la Bhagavad-gita è l'essenza di tutta la conoscenza vedica.



Dobbiamo amare Dio,
la Persona Suprema,
solo in quanto Padre Supremo?

Tutti hanno una relazione particolare col Signore e quella relazione viene evocata con la perfezione del servizio di devozione. Nella nostra condizione presente, tuttavia, non solo abbiamo dimenticato il Signore Supremo, ma perfino la nostra eterna relazione con Lui. Appena diventiamo devoti del Signore, riprendiamo la nostra diretta relazione con Lui. Questo è un argomento molto elaborato, ma in breve si può affermare che un devoto ha una relazione con la Suprema Personalità di Dio, in uno dei cinque modi che seguono:

1. in un'attitudine passiva (reverenza senza servizio)
2. in un'attitudine attiva (come servitore)
3. come amico
4. come genitore
5. come amante

Krishan B. Lal, un membro a vita dell'ISKCON, è in pensione e vive ad Huntington Beach, California.















I Santi sono la Prova

di Satsvarupa Dasa Gosvami

Che i santi esistano è la prova più potente per me che Dio esiste. Pochi di noi si sentono eccitati dalle esercitazioni accademiche che provano l'esistenza di Dio, e la maggior parte di noi si trova ad essere nato con una dose di scetticismo salutare.
Abbiamo quindi la necessità di trovare prove personali, prove che possano debellare i nostri dubbi e convincerci non solo dell'esistenza di Dio, ma anche del bisogno che abbiamo di Lui. Spesso le discussioni basate sulla filosofia della religione sono veramente troppo astratte: non toccano il nostro cuore. Ciò che tocca il mio cuore è che, nel corso dei secoli, particolari esseri umani abbiano potuto sviluppare un alto livello di realizzazione di Dio e agire su questa base nella loro vita.
Non avevo incontrato grandi anime prima di incontrare Srila Prabhupada nell'estate del 1966. Io ero di estrazione cattolica, ma nella mia famiglia, solo nominalmente cattolica, non avevo mai sentito parlare della vita di cattolici santi né avevo incontrato qualcuno che sostenesse di seguirli. Quando incontrai Srila Prabhupada ero un ateo dichiarato. Ma riconobbi immediatamente la santità di Prabhupada, e furono la sua santità e la sua fede nell'esistenza di Krsna che mi convinsero che c'era di più nella
Spiritualità di quanto io non pensassi.
Quando Prabhupada parlò ne rimasi incantato.
Non avevo mai ascoltato tali discussioni di persone sante — Vyasadeva, Pariksit Maharaja, Sri Caitanya e i Suoi seguaci. Quando Prabhupada si immerse nella spiegazione della trasmigrazione, del mondo spirituale, del karma, dell'inferno, fui in grado di osservare la vita e la sua intensa dedizione e convinzione, e ne trassi una struttura di riferimento che mi permise di accettare quei concetti estranei.
Ogni religione importante ha le sue scritture, la maggior parte di esse ha un'istituzione e tutte hanno una mescolanza di aderenti: alcuni seguono rigidamente, alcuni solo nominalmente e altri in qualche modo si trovano in mezzo. Ogni religione ha anche una linea di santi che hanno sviluppato, stabilito e diretto la fede della congregazione. Quel piccolo gruppo di risoluti, interamente dediti alla rinuncia, che veramente si identificano con la suprema perfezione professata, sono la forza vivente che anima la religione. Senza la loro presenza, le persone non sono ispirate a raggiungere la meta in prima persona.
C'è una storia che riguarda la tradizione hassidica di un guru famoso che consigliò un aspirante ad avvicinare un santo particolare. _Se vuoi conoscere la verità dovresti andare da quel santo senza curarti della Torah, ma per vedere come si mette le scarpe". Questo è il metodo col quale abbiamo assimilato la coscienza di Krsna da Srila Prabhupada: osservavamo come indossava le scarpe e svolgeva numerose altre piccole e apparentemente ordinarie attività, con tale umiltà e straordinaria concentrazione sulla sua missione cosciente di Krsna, che la sua convinzione nella coscienza di Krsna alimentava la nostra.
Poiché tali santi sono molto al di sopra di noi, per convinzione e abilità nella pratica, dobbiamo trovare modo di applicare il loro esempio alle nostre vite. Le scritture dicono che non possiamo imitare il comportamento di un santo, e molti tra noi hanno scoperto questa verità in un modo o nell'altro. Come non possiamo diventare Krsna pretendendo di fare ciò che Egli faceva, così non possiamo diventare santi di imitazione, imitando le attività altrui. Tutto ciò che possiamo fare è apprezzare la
perfezione dei santi e imparare ad desiderare come il santo desiderava. Riconoscendo la nostra natura caduta, possiamo tuttavia seguire le istruzioni del santo maestro. Possiamo anche essere incoraggiati dal suo esempio nel compimento del nostro servizio devozionale, e possiamo cadere ai piedi di loto dei santi per chiedere loro aiuto e misericordia. Possiamo sempre fidarci dei santi e fidarci del metodo spirituale.
Possiamo anche ascoltare le loro preghiere. Le scritture sono piene di preghiere dei santi. Quella che segue è una famosa preghiera di Srila Madhavendra Puri. Essa ci da un esempio della sua esclusiva devozione per Krsna e della sua rinuncia a ogni religione mondana:

_O mia preghiera della sera,
ogni bene a te.
O bagno del mattino,
ti offro il mi saluto.
Esseri celesti e antenati,
per favore, scusatemi.
Non sono in grado di compiere
Alcuna offerta per il vostro piacere.
Ora ho deciso di liberarmi di ogni reazione al peccato col solo ricordo del
Grande discendente degli Yadu e del
grande nemico di Kamsa,
Sri Krsna.
Penso che ciò sia sufficiente per me.
Che utilità c'è
in uno sforzo ulteriore?"

Non possiamo imitare la preghiera di Madhavendra Puri, ma possiamo apprezzarla e, grazie alla sua preghiera e all'esempio della sua vita, anche noi possiamo imparare a fare suppliche che nascono dal cuore.
Satsvarupa Dasa Gosvami è l'autore di molti libri, compresa la biografia di Srila Prabhupada.















RIFLESSIONI SULL'ASHRAM

Una ragazza diplomata ricorda le gioie e le sfide della sua vita in una scuola cosciente di Krsna

di Krsnapriya Devi Dasi



Il fumo mi entrava negli occhi, mentre il sacerdote sollevava il mestolo e gettava altro burro chiarificato nel fuoco del sacrificio. Le fiamme si alzavano sempre più alte dalla legna che bruciava. Il mio cuore batteva forte. Tra pochi minuti sarebbe stato il mio turno di parlare. Immagini di vita dell'ashram mi tornavano in mente. Cosa potevo dire? Come avrei potuto riassumere la mia esperienza nell'ashram in un breve discorso di diploma?
Il sacerdote finì di cantare i mantra e appoggiò il mestolo. I devoti cominciarono a cantare Hare Krsna mentre io ripensavo ai miei due anni nell'ashram.



UNA SCELTA AUDACE

Sono nata nel 1980 in una famiglia di devoti di Krsna. Per sette anni ho frequentato una scuola cosciente di Krsna a New Vrindavan, in America, nella Virginia Occidentale. Poi, spinta dal desiderio di divertirmi e di dimenticare la vita spirituale, ho deciso di frequentare la scuola pubblica.
Arrivata all'età di sedici anni, però, mi sono sentita vuota e frustrata e col desiderio di reimmergermi nella vita spirituale. Ho cominciato a cantare sedici giri *[ I devoti nel Movimento per la coscienza di Krsna, cantano il mantra Hare Krsna su una corona di 108 grani. Ogni gruppo di 108 mantra è chiamato "giro". I devoti iniziati fanno il voto di recitare almeno sedici giri al giorno.] e a partecipare ai programmi del tempio tutte le mattine. Per completare la mia istruzione scolastica e per concentrarmi sulla mia vita spirituale, mi sono iscritta all'Accademia Vaisnava Femminile, una scuola cosciente di Krsna, vicino a Gainesville, in Florida.
Mentre facevo i bagagli mi preparavo mentalmente come se dovessi andare in un campo di addestramento. Mi aspettavo che gli insegnanti avessero un carattere dittatoriale e che, urlando ordini, ci avrebbero imposto un complesso sistema di regole e punizioni. Mi aspettavo di trovare ragazze che pianificavano il modo di scappare e che segnavano sul calendario i giorni che mancavano alle vacanze.
Invece, le studentesse e le insegnanti - Laksmimani e Akuti  hanno spazzato via ogni mia apprensione. Le insegnanti parlavano e ridevano con le ragazze e davano preziose, anche se a volta difficili istruzioni. Le studentesse rubavano i dolci dal frigo, lasciavano di soppiatto il servizio in cucina e bisbigliavano segreti nella notte. Ma queste ragazze erano molto diverse dalle mie amiche della scuola pubblica. Esse si sforzavano di mettere Krsna al centro della loro vita. Danzavano con entusiasmo nei kirtana, ponevano domande sincere, durante le lezioni di Bhagavadgita, ed erano persino in competizione su chi dovesse usare per prima la doccia alle tre e mezzo del mattino, per prepararsi alle funzioni del tempio.
Sebbene la mia impressione fosse stata buona, ho avuto difficoltà a fare amicizia con le ragazze. L'ashram ospitava ragazze dai tredici ai diciotto anni, di tutti i livelli di avanzamento spirituale. Alcune avevano preso i voti di iniziazione spirituale. Altre adoravano i kirtana ma non riuscivano a concentrarsi abbastanza per recitare un numero fisso di giri. Altre ancora erano soltanto giovani e frivole.
All'inizio trascorrevo il mio tempo solamente con le ragazze più grandi che avevano preso l'iniziazione. Laksmimani, ripetutamente mi incoraggiava ad aiutare quelle ragazze che erano in difficoltà nella vita spirituale e di fare amicizia con le altre ragazze della mia età. Ma io mantenevo le distanze.



UNA GIORNATA NELL'ASHRAM

Nonostante le piccole difficoltà, mi adattai alla routine dell'ashram. Ogni mattina percorrevamo in macchina i cinque chilometri che ci separavano dal tempio, prima alle quattro e mezzo e poi alle sette e un quarto, per il kirtana e la lezione. Ritornati all'ashram, alle otto e quarantacinque, saltavamo fuori dal furgone dirette verso la sala da pranzo, che in pochi minuti si riempiva del suono dei piatti di metallo, che venivano preparati in fila sul pavimento. Una delle ragazze prendeva la teglia delle focaccine dolci al mirtillo dal forno, mentre un'altra serviva la frutta fresca e i ceci e io prendevo la pentola del latte caldo dal fuoco. Dopo che il prasada era stato servito, divoravamo tutto quello che avevamo nel piatto.
Alle nove e quarantacinque una campanella di ottone chiamava le studentesse a scuola, nell'edificio accanto all'ashram. Per cominciare la nostra giornata scolastica, in piedi vicino ai nostri banchi, con le mani giunte, cantavamo insieme ad alta voce delle preghiere in sanscrito. Dopodiché avevamo la prima lezione sulla Bhagavad-gita tenuta da Laksmimani. Lei rendeva semplice la difficile filosofia, affinché noi potessimo capirla. Una volta, studiando il sesto capitolo, per mostrarci la differenza tra l'astangayoga e il bhaktiyoga ci disse di sederci in silenzio e meditare. Dopo dieci minuti interminabili tirò fuori karatala e mrdanga e cantammo il mantra Hare Krsna. Che bellissimo cambiamento dopo il silenzio! Per terminare la lezione, scrivemmo un tema su quale metodo fosse più facile e più divertente per noi, scegliendo tra il silenzio e il canto dei nomi di Krsna. La scelta non fu difficile.
Tutti i lunedì e i martedì avevamo una lezione sui quattro princìpi regolatori della coscienza di Krsna: non mangiare carne, non fare sesso illecito, non prendere intossicanti e non giocare d'azzardo. Guardavamo video su come i media ritraevano le donne, analizzavamo come la pubblicità di alcol e sigarette portasse a convinzioni logiche del tutto sbagliate e imparavamo a comunicare i nostri valori ai nostri coetanei. Il corso mi rese più consapevole della realtà del mondo e di come i media incoraggiassero i giovani a rompere i principi regolatori.
La scuola comprendeva una moltitudine di attività. Al mattino Induleka ci insegnava algebra e scienze, mentre Sitapriya ci insegnava logica, storia e inglese. Nel pomeriggio frequentavamo corsi facoltativi quali arte, cucito, scultura, danza classica indiana, nuoto e altri sport.
Durante il weekend, se non stavo preparando qualche esame o finendo i miei temuti compiti di algebra, cantavo con le altre ragazze e i devoti, sulle spiagge di Jacksonville o nelle strade di Orlando. C'è sempre qualche festival nella coscienza di Krsna, quindi spesso, proprio quando pensavo di rilassarmi saltava fuori un festival. Durante i festival eseguivamo danze e rappresentazioni teatrali e ciò
significava dedicare molto tempo alle prove. A volte ero così impegnata che mi trovavo a ripetere parte del copione teatrale tra un boccone e l'altro di prasada. Ogni venerdì cantavamo davanti all'Università della Florida a Gainesville, dopodiché distribuivamo i libri di Srila Prabhupada. All'inizio non fu facile, mi ricordo di momenti in cui cercavo di persuadere le mie gambe immobili ad avvicinare un gruppo di ragazzi dell'Università, ma le mie scarpe erano incollate all'asfalto. Le mie orecchie anticipavano le loro risposte: "No, grazie, ho appena speso tutti i miei soldi dal droghiere. Sarà per la prossima volta", oppure: "Scusa, sono in ritardo", seguito dallo sbattere di uno sportello d'auto. Eppure ogni volta, dopo un'ora di distribuzione ero felice. Cominciavo mentalmente a scrivere lettere a mia madre sulla ragazza hippy dell'università, oppure sul professore che aveva fatto molte domande e poi comprato una Bhagavadgita.



ANDANDO IN PELLEGRINAGGIO

Amavo la vita dell'ashram e quando le insegnanti pianificarono un viaggio in India fui felice di andarci. Mi preparai per il lungo viaggio con una piccola valigia e un sacco a pelo. In India la cultura della vita semplice e del pensiero elevato, descritta nelle nostre lezioni di Bhagavadgita, divenne
una realtà. Mangiavamo in piatti fatti
con le foglie di banana e lavavamo a
mano i nostri vestiti. Per visitare i
templi camminavamo a piedi nudi su
piccoli sentieri tra campi di riso.
Abbiamo attraversato il sacro Gange
su barche di legno scricchiolanti.
Mentre la nostra avventura continuava, imparai ad apprezzare le altre studentesse. A volte avevo guardato dall'alto in basso le ragazze che non aspiravano seriamente all'iniziazione, ma dopo aver viaggiato attraverso l'India con loro, ho realizzato come ognuna di loro mostrasse entusiasmo e sincerità a modo suo.
Un giorno, mentre ci trovavamo a Puna, una delle ragazze più giovani, che era arrivata nell'ashram di recente, si alzò in piedi davanti a centinaia di devoti e disse che la sua esperienza in India l'aveva talmente ispirata, che ora voleva cantare sedici giri tutti i giorni e stare nell'ashram fino alla fine dei suoi studi. Disse inoltre, che era entrata a far parte dell'ashram solo per far piacere a suo padre, ma adesso sapeva che quello era il posto migliore per lei per evitare la pressione negativa dell'adolescenza. Mi toccò il cuore vedere l'espressione seria sul suo viso di quattordicenne, mentre parlava delle sue realizzazioni sulla coscienza di Krsna.
L'esperienza più bella per me in India è stata quella di partecipare al festival annuale dell'ISKCON che si tiene a Mayapur, nel Bengala Occidentale, il luogo di nascita di Sri Caitanya. Ogni giorno frequentavo seminari sui vari aspetti della coscienza di Krsna e la sera danzavo nei kirtana, con centinaia di devoti, provenienti da tutto il mondo. Ero meravigliata nel vedere la visione di Srila Prabhupada di un tempio magnifico, che appariva tra capanne di paglia e campi di riso.



IL MIO TURNO DI PARLARE

Pochi ragazzi della mia età hanno l'opportunità di viaggiare in India, e ancora meno hanno l'opportunità di compiere i loro studi in una scuola cosciente di Krsna. Ora, di ritorno dall'India, mi trovavo davanti a una folla di amici mentre cercavo di esprimere la mia gratitudine. Con Voce tremante ringraziai Laksmimani e Akuti per avermi permesso di vivere nell'ashram. Camminando davanti al fuoco del sacrificio consegnai loro un libricino di poesie scritte dalle ragazze che avevano terminato gli studi. Parlai brevemente dicendo agli insegnanti di sentirmi onorata di far parte dell'unica scuola superiore per ragazze, dove veniva insegnato agli studenti come usare persino l'algebra e le scienze al servizio di Krsna.
Dopo il mio discorso Radhanatha Svami (che presto mi avrebbe accettata come sua discepola) mi consegnò il diploma e mi benedisse ad avere un futuro radioso nella Coscienza di Krsna e un buon viaggio di ritorno a New Vrindavan.
Dopo essere tornata a New Vrindavan decisi di partecipare alla cerimonia di diploma del John Marshall, la scuola superiore locale. Se fossi rimasta lì, mi sarei diplomata con questa classe. Sebbene mi sentissi nervosa decisi di indossare il sari, decorare la mia fronte con il tilaka e presentarmi come una devota di Krsna.
Era una serata calda, mentre aspettavo fuori dalla scuola che i miei amici arrivassero. Ero contenta di vederli tutti. Dopo aver abbracciato la mia compagna di laboratorio, che aveva lasciato la scuola, notai che aspettava un bambino. Un amico che avevo sempre ritenuto il simbolo della moralità nella nostra classe di Inglese tiro fuori una sigaretta. Ero sorpresa. Pensai a come sarei stata se non fossi andata nell'ashram.
Alla fine della cerimonia i rappresentanti di classe si alzarono in piedi e parlarono di come rincorrere sogni e seguire stelle.
I loro diplomi arrotolati e le loro uniformi dorate sembravano vestiti nobili che presagivano un grande futuro. Gli amici applaudirono i loro discorsi e i parenti versarono lacrime di gioia. L'organo suonava musiche di addio mentre i diplomati scendevano dal palco. Sembrava un momento di gloria evanescente spazzato via dalla mano potente del tempo.
Mi sentivo lontana, come una statua che osserva un circo. Il consenso di questi ragazzi era stata una volta il metro di misura della mia felicità, ma adesso non importava più. Non avevo berretti da lanciare in aria, né gruppi di amici che fischiavano quando veniva chiamato il mio nome. Ero seduta indossando un semplice sari di cotone, in mezzo a quelle uniformi scintillanti. Eppure ero felice. Dopo l'iniziazione da Radhanatha Swami sarei tornata nell'ashram, come studentessainsegnante e come diplomata dell'Accademia Vaisnava Femminile.
Krsna aveva aperto le porte per un futuro luminoso.



Due parole sulle insegnanti

Laksmimani Devi Dasi

Fu iniziata da Srila Prabhupada nel 1969 ed è impegnata nell'ambito dell'educazione dal 1974. In tutti questi anni ha conseguito una notevole quantità di esperienza e di realizzazioni.
Quelli che seguono sono alcuni dei suoi pensieri:
_La vita dell'Ashram, specialmente per gli adolescenti, è una cosa volontaria. Non dovrebbe venirci a vivere nessuno che non desideri essere qui".
_Dai miei studenti ho appreso tanto quanto loro hanno appreso da me".



Akuti Devi Dasi

Fu iniziata da Srila Prabhupada nel 1970, e iniziò ad occuparsi dell'educazione dei ragazzi circa dieci anni dopo. Ha collaborato con la famosa Laksmimani Devi Dasi fin dai tempi della scuola di Lake Huntington, a New York.
Akuti Devi Dasi, oltre alle sue capacità di educatrice, è anche esperta in carpenteria, costruzione di vasellame, scultura e arte.
Con grande amore ed entusiasmo si dedica ad offrire agli studenti una visione dinamica ed attraente della vita spirituale.



figure:
(Qui a fianco) le ragazze della Vaisnava Academy ad Alachua in Florida.
(Sotto a sinistra) un momento della adorazione a Srila Prabhupada svolta da una delle studentesse dell'accademia.
(Sotto) l'autrice di questo articolo.
(Sopra in alto) un momento del canto pubblico dei Santi Nomi a cui partecipano regolarmente e con entusiasmo le ragazze dell'Accademia.
(A sinistra) le ragazze impegnate nello studio di Shakespeare sotto la guida di una insegnante.
Oltre alle normali attività accademiche le studentesse possono scegliere tra un'ampia varietà di attività e corsi formativi.
(qui sotto) Saranagati riceve una lezione sulla produzione di vasellame da Akuti Devi Dasi.
(Sotto a sinistra) Vrndavana e Kamala si dedicano alla pratica sui computer.
Le ragazze festeggiano il sedicesimo compleanno di Sarasvati (a fianco).
(A destra in alto, le studentesse
svolgono una sessione di danza tradizionale Vedica,
e di recitazione (a destra in basso).
Sarasvati, Sita-Rama, e Saranagati (a fianco) suonano canti devozionali sugli strumenti tradizionali,
come la mrdanga e l'harmonium.
(Sotto) un momento dello studio all'aperto della Bhagavad-gita, favorito dal clima mite di Alachua.
(In basso e nella pagina a fianco) Vrnda, studentessa svedese, alle prese con la cucina.















Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE



Le sublimi qualità del
devoto elevato



Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



CANTO 11

CAPITOLO 2


VERSO 44


sri-rajovaca
atha bhagavatam bruta
yad-dharmo yadrso nrnam
yathacarati yad brute
yair lingair bhagavat-priyah

sri-raja uvaca: il re disse; atha: poi;
bhagavatam: a proposito del devoto di Dio, la
Persona Suprema; bruta: vi prego di dirmi;
yat-dharmah: quali doveri ha; yadrsah: e quale
natura; nrnam: tra gli uomini; yatha: come;
acarati: si comporta; yat: che cosa; brute: dice;
yaih: con quali; lingaih: segni visibili;
bhagavat-priyah: (colui che è conosciuto
come) caro al Signore Supremo.



TRADUZIONE

Maharaja Nimi disse:
"Ora, vi prego, parlatemi con maggiore
ricchezza di particolari dei devoti del
Signore Supremo. Quali sono le
caratteristiche naturali che permettono di
distinguere i devoti più elevati, quelli che si
trovano a un livello medio, e coloro che
sono neofiti? Quali sono le attività religiose
tipiche di un Vaisnava, e come
parla? In particolare, vi prego di
descrivere quei segni e quelle
caratteristiche che rendono i
Vaisnava cari a Dio, la Persona
Suprema.



SPIEGAZIONE

Il grande saggio Kavi ha informato il re
Nimi sulle caratteristiche generali
esterne di un devoto del Signore, cioè il
suo aspetto, le qualità personali e le
attività. Ora il re Nimi desidera
conoscere ulteriori distinzioni tra i
servitori di Dio, la Persona Suprema, in
modo da poter identificare chiaramente
i Vaisnava di prim'ordine, di
second'ordine e di ordine inferiore.
Secondo Srila Rupa Gosvami, krsneti
yasya giri tam mana-sadriyeta:
"Bisogna onorare mentalmente qualsiasi
devoto che canta il santo nome di Sri
Krsna." (Upadesamrta 5) Qualunque
essere vivente canti con fede il santo
nome di Krsna deve essere
considerato un Vaisnava, e almeno
mentalmente bisogna offrirgli rispetto.
Tuttavia per progredire praticamente
nella coscienza di Krsna è necessario
frequentare almeno un devoto di
seconda categoria. E se riusciamo a
ricevere la misericordia di un devoto di
prim'ordine del Signore, la nostra
perfezione è facilmente garantita. Nimi
Maharaja chiede dunque umilmente:
"Quali sono il carattere, il
comportamento e i discorsi dei devoti?"
Il re vuole conoscere le caratteristiche
particolari del corpo, della mente e
delle parole che permettono di
identificare chiaramente le differenti
categorie uttama-adhikari,
madhyama-adhikari e
kanistha-adhikari. In risposta alla
domanda del re, un altro dei
nava-yogendra, Havir, parlerà in
modo più elaborato della scienza della
coscienza di Krsna.



VERSO 45


sri-havir uvaca
sarva-bhutesu yah pasyed
bhagavad-bhavam atmanah
bhutani bhagavaty atmany
esa bhagavatottamah

sri-havih uvaca: Sri Havir disse;
sarva-bhutesu: in tutti gli oggetti (nella
materia, nello spirito, e nella
combinazione tra materia e spirito);
yah:
chiunque; pasyet: vede; bhagavat-bhavam: la
capacità di impegnarsi al servizio del Signore;
atmanah: dell'anima spirituale suprema, la
trascendenza al di là del concetto materiale della
vita; bhutani: tutti gli esseri; bhagavati: in Dio,
la Persona Suprema; atmani: i princìpi basilari di
ogni esistenza; esah: questa;
bhagavata-uttamah: una persona progredita
nel servizio devozionale.



TRADUZIONE

Sri Havir disse:
"Il devoto più elevato vede in ogni cosa
l'anima di tutte le anime, Dio, la Persona
Suprema, Sri Krsna. Per conseguenza vede
ogni cosa in relazione al Signore Supremo e
comprende che tutto ciò che esiste si trova
eternamente situato nel Signore.



SPIEGAZIONE

Nella Bhagavad-gita (6.30) il Signore dice:

yo mam pasyati sarvatra
sarvam ca mayi pasyati
tasyaham na pranasyami
sa ca me na pranasyati

"Per chi Mi vede in ogni luogo e vede ogni cosa
in Me, Io non sono mai perduto, e lui non è mai
perduto per Me." Srila Prabhupada commenta:
"Una persona cosciente di Krsna vede
certamente Sri Krsna in ogni luogo, e vede ogni
cosa in Krsna. Questa persona può
apparentemente considerare tutte le
manifestazioni separate della natura materiale,
ma in ogni singolo caso è cosciente di Krsna, e
sa che ogni cosa è una manifestazione
dell'energia di Krsna. Nulla esiste senza Krsna,
e Krsna è il Signore di ogni cosa questo è il
principio fondamentale della coscienza di
Krsna."
La qualifica necessaria per vedere Krsna in ogni
luogo è descritta nella Brahma-samhita (5.38):

premanjana-cchurita-bhakti-vilocanena
santah sadaiva hrdayesu vilokayanti
yam syamasundaram acintya-guna-svarupam
govindam adi-purusam tam aham bhajami

"Adoro il Signore primordiale, che è sempre
contemplato dai devoti i cui occhi sono unti dal
balsamo dell'amore. Egli Si manifesta nella Sua
forma eterna di Syamasundara, situata nel cuore
del devoto." Il devoto che
si trova al più alto livello di qualificazione
spirituale è glorificato per l'ampiezza della sua
visione spirituale. Quando, per esempio, il
terribile demone Hiranyakasipu chiese a suo
figlio Prahlada, che era un'anima realizzata, un
puro devoto maha-bhagavata, dove Si
trovasse Dio, la Persona Suprema, Prahlada
rispose subito e direttamente che il Signore
Supremo è in ogni luogo. Allora il padre gli
chiese se Dio Si trovasse nella colonna del
palazzo, e quando Prahlada gli rispose di sì,
Hiranyakasipu, che era un demone autentico,
colpì il pilastro con la spada cercando di
uccidere Dio, o perlomeno di dimostrare che Dio
non esisteva. In quel momento Sri Nrsimhadeva,
la forma più feroce del Signore Supremo,
apparve per mettere fine per sempre ai piani
illeciti di Hiranyakasipu. Perciò Prahlada
Maharaja può essere considerato un devoto
uttama-adhikari.
Il puro devoto è completamente libero dalla
tendenza a godere delle cose indipendentemente
dal servizio al Signore. Per lui non esiste nulla
nell'universo che non sia favorevole, perché vede
ogni cosa come espansione della potenza di Dio,
la Persona Suprema. Lo scopo dell'esistenza di
questo devoto è dare piacere al Signore
Supremo, in un modo o nell'altro. Così tutto ciò
che il puro devoto sperimenta, istante dopo
istante, accresce il suo amoroso desiderio
estatico di soddisfare i sensi trascendentali del
Signore.
Le tre influenze della natura materiale tormentano
le anime condizionate, che concentrano la
propria attenzione sull'energia materiale,
separata, del Signore Supremo. La funzione di
questa energia separata, bhinna prakrti,
consiste nell'allontanare l'essere vivente dalla
realtà, cioè dal fatto che tutto esiste in Krsna e
che Krsna è in ogni cosa. Coperta dall'ignoranza
grossolana, l'anima condizionata confusa crede
che esistano soltanto gli oggetti della sua visione
limitata. Talvolta queste persone sciocche
immaginano che se un albero cadesse nella
foresta senza essere sentito da nessuno, in realtà
non ci sarebbe alcun rumore. L'anima
condizionata non considera il fatto che Dio, la
Persona Suprema, è onnipresente, e perciò non
è vero che non c'è nessuno a sentire; il Signore
sente sempre. Com'è affermato nel tredicesimo
capitolo della Bhagavad-gita (13.14), sarvatah
srutimal loke: il Signore Supremo ascolta tutto.
Egli è upadrasta, il testimone di ogni cosa.
(B.g. 13.23)
In questo verso la parola bhagavatottamah, "il
devoto più avanzato", indica che esistono delle
persone che pur senza essere materialisti
grossolani, non sono i devoti più elevati.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, coloro che non sanno distinguere
adeguatamente tra devoti e non devoti, e perciò
non offrono mai adorazione ai puri devoti del
Signore, devono essere conosciuti come
kanistha-adhikari, devoti allo stadio più basso
di servizio devozionale. Questi
kanistha-adhikari s'impegnano nell'adorazione
del Signore Supremo, specialmente nel tempio,
ma sono indifferenti verso i devoti del Signore. Non
comprendono infatti questa affermazione di Siva
nel Padma Purana:

aradhananam sarvesam
visnor aradhanam param
tasmad parataram devi
tadiyanam samarcanam

"O Devi, il metodo di adorazione più elevato è
l'adorazione di Sri Visnu. Più grande di questa è
l'adorazione di tadiya, di tutto ciò che
appartiene a Visnu."Srila Prabhupada
commenta questo verso nel modo seguente: "Sri
Visnu è sac-cid-ananda-vigraha. Similmente, il
servitore più intimo di Krsna, il maestro
spirituale, e tutti i devoti di Visnu sono tadiya.
La sac-cid-ananda-vigraha, il guru, i Vaisnava
e le cose che essi usano devono essere tutti
considerate tadiya, cioè senza dubbio degni
dell'adorazione di tutti gli esseri." (C.c. Madhya
12.38, spiegazione)
E' tipico del kanistha-adhikari desiderare di
impegnare le proprie qualità materiali al servizio
del Signore, confondendo queste abilità materiali
con segni di devozione elevata; ma continuando
a servire il Signore Supremo e i devoti impegnati
nel diffondere la missione del Signore, anche il
kanistha-adhikari progredisce nella propria
realizzazione, e arriva al livello in cui dedicherà le
proprie attività per aiutare i Vaisnava più
progrediti. Perfino questi kanistha-adhikari
possono aiutare gli esseri comuni con la loro
compagnia; infatti i kanistha-adhikari almeno
hanno fede nel fatto che Krsna è Dio, la
Persona Suprema. Grazie a questa fede, il
kanistha-adhikari diventa gradualmente ostile
verso coloro che si oppongono al Signore.
Mentre diventa sempre più negativo verso
coloro che odiano la supremazia di Dio, la
Persona Suprema, e sempre più attratto
dall'amicizia con gli altri fedeli servitori del
Signore, il kanistha-adhikari si avvicina al
secondo livello, chiamato madhyama. Al livello
di madhyama il Vaisnava vede il Signore come
la causa di tutte le cause, e come il fine supremo
della tendenza ad amare che tutti possiedono.
Vede tutti i Vaisnava come i suoi soli amici in
questo mondo malato, e desidera portare le
persone innocenti al rifugio della comunità
Vaisnava. Il madhyama-adhikari inoltre evita
accuratamente la compagnia di coloro che si
proclamano nemici del Signore. Quando questa
qualificazione intermedia diventa matura,
comincia a presentarsi il concetto della
qualificazione suprema, cioè si arriva al livello
dell'uttama-adhikari.
Un guru kanistha-adhikari, che è attaccato
soltanto al compimento delle cerimonie religiose
e all'adorazione della Divinità, e non apprezza gli
altri Vaisnava, specialmente coloro che
predicano il messaggio del Signore, riuscirà ad
attrarre soprattutto le persone che sono
interessate a coltivare l'arida conoscenza. Man
mano che l'essere vivente sviluppa la
virtù materiale, si dedica orgogliosamente
all'azione regolata, e si sforza nobilmente di
distaccarsi dai frutti del suo lavoro. Grazie a
questa azione regolata e distaccata, nascono
gradualmente la conoscenza e la saggezza, e
quando la conoscenza e la saggezza crescono, il
materialista pio si sente attratto dalle opere
altruistiche e caritatevoli, e abbandona le attività
colpevoli grossolane. Se è fortunato, diventa
allora favorevole al servizio di devozione
trascendentale al Signore, Desiderando soltanto
la comprensione intellettuale del servizio
devozionale, questo materialista pio può cercare
rifugio ai piedi di un kanistha-adhikari. Se
riesce a progredire fino a sviluppare le qualità del
madhyama, sarà attratto da un Vaisnava che
predica attivamente la coscienza di Krsna;
quando sarà completamente maturato al livello
della devozione intermedia, si sentirà attratto dal
livello del maha-bhagavata, e per grazia di
Krsna otterrà nel proprio cuore una visione
dell'elevata posizione del maestro spirituale
maha-bhagavata. Se si prosegue gradualmente
nel servizio devozionale al Signore, è possibile
infine stabilirsi al livello di paramahamsa
maha-bhagavata. A questo stadio, tutte le
azioni, i movimenti e gli impegni nella predica
sono dedicati soltanto alla soddisfazione di
Krsna. La potenza illusoria, maya, non ha alcun
potere di coprire o di allontanare un essere così
purificato. Nella Upadesamrta (5) Srila Rupa
Gosvami ha descritto questo stadio di vita come
bhajana-vijnam ananyam
anya-nindadi-sunya-hrdam .
Il maha-bhagavata, investito di potere dal
Signore Supremo, Yogesvara, possiede la
capacità soprannaturale di ispirare e di portare al
successo il madhyama-adhikari che segue le
sue orme, e di elevare gradualmente il
kanistha-adhikari al livello intermedio. Questo
potere devozionale nasce automaticamente
dall'oceano di misericordia che si trova nel cuore
del puro devoto. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura precisa che il maha-bhagavata non ha
il desiderio di punire i nemici del Signore, ma
impegna il madhyama-adhikari e il
kanistha-adhikari nell'opera di predica al fine
di purificare la mentalità contaminata delle anime
ostili, le quali immaginano falsamente che il
mondo materiale sia separato da Krsna.
Ci sono degli esseri sfortunati che sono incapaci
di comprendere le glorie di un
kanistha-adhikari nell'ambito del servizio
devozionale, non hanno lodi da rivolgere allo
stadio più elevato della devozione intermedia, e
non possono neppure iniziare a comprendere lo
stadio più elevato, quello dell'uttama-adhikari.
Queste anime sfortunate, attratte dalla
speculazione impersonale Mayavada, seguono
fedelmente le orme di Kamsa, di Agha, Baka e
Putana, e per questo sono uccisi da Sri Hari. Su
questa via, tutti coloro che cercano la
gratificazione dei sensi continuano a non provare
interesse per il servizio offerto ai piedi di loto del
Signore Supremo, e secondo la visione
individuale distorta che è dovuta all'interesse
personale, ogni materialista sceglie la propria
sfortuna che si concretizza nelle
nascite e morti ripetute nell'ambito delle varie
specie di corpi materiali. Esistono 8.400.000
specie di forme materiali, e gli esseri viventi
materialisti scelgono il particolare gusto relativo
alla nascita, alla vecchiaia, alla malattia e alla
morte che così infliggono a se stessi, presi come
sono dall'allucinazione del cosiddetto progresso
materiale.
Possiamo fare l'analogia con un uomo pieno di
lussuria, agitato dal desiderio sessuale, che vede
il mondo intero popolato di donne sensuali. In
modo simile, il puro devoto di Krsna vede la
coscienza di Krsna in ogni luogo, anche se tale
coscienza è temporaneamente coperta. Perciò si
vede il mondo secondo la visione che si ha di se
stessi (atmavan manyate jagat). Su questa
base, si potrebbe obiettare che anche la visione
del maha-bhagavata potrebbe essere illusoria;
infatti il Bhagavatam ha già affermato a più
riprese che le anime condizionate dalle tre
influenze della natura materiale non sono affatto
coscienti di Krsna, ma sono in realtà nemiche di
Krsna. Benché l'essere condizionato possa
apparire ostile al Signore, però, il fatto vero e
incontrovertibile è che ogni essere vivente è
parte infinitesimale di Krsna. Anche se l'amore
estatico per Krsna può essere stato attualmente
coperto dall'influsso di maya, per la misericordia
incondizionata di Dio, la Persona Suprema,
l'anima condizionata verrà gradualmente elevata
al livello della coscienza di Krsna.
In realtà, tutti soffrono per la separazione da
Krsna. L'anima condizionata immagina di non
avere una relazione eterna con Krsna, perciò è
incapace di comprendere che le sue sofferenze
sono dovute a questa separazione. Questa è
maya, "ciò che non è". In effetti, pensare che la
sofferenza derivi da qualcosa che non è la
separazione da Krsna è illusione. Perciò,
quando un puro devoto vede gli esseri viventi
soffrire in questo mondo, pensa giustamente che
proprio come lui soffre a causa della separazione
da Krsna, tutti gli altri esseri soffrono perché
sono separati da Krsna. La differenza è che il
puro devoto comprende perfettamente la causa
della sua sofferenza, mentre l'anima
condizionata, confusa da maya, non riesce a
comprendere la propria relazione eterna con
Krsna e l'infinita sofferenza che deriva dall'aver
trascurato questa relazione.
Srila Jiva Gosvami ha citato i versi seguenti che
illustrano i sentimenti estatici dei più elevati
devoti del Signore. Nel decimo Canto dello
Srimad-Bhagavatam (10.35.9), la dea di
Vraja dice queste parole:

vana-latas tarava atmani visnum
vyanjayantya iva puspa-phaladhyah
pranata-bhara-vitapa madhu-dharah
prema-hrsta-tanavo vavrsuh sma

"Le piante e gli alberi della foresta, con i rami
appesantiti dal ricco carico di fiori e di frutti,
sembravano manifestare nel proprio cuore il
Signore,
Visnu. Mostrando sul proprio corpo eruzioni di
amore estatico, versavano piogge di miele." In un
altro passo del decimo Canto (S.B. 10.21.15) è
detto:

nadyas tada tad upadharya mukunda-gitam
avarta-laksita-mano-bhava-bhagna-vegah
alingana-sthagitam urmi-bhujair murarer
grhnanti pada-yugalam kamalopaharah

"Allora, sentendo la canzone del flauto di
Mukunda, i fiumi arrestarono la loro corrente,
benché l'attività della mente dei fiumi si potesse
ancora osservare dalla presenza di vortici. Con
le braccia delle loro onde, i fiumi afferrarono i
due piedi di loto di Murari, facendosi aiutare
dalle piante di loto, e così Egli fu intrappolato nel
loro abbraccio."
(Continua nel prossimo numero)















MAESTRI IN CUCINA

GUSTOSE RICETTE VEGETARIANE

Buffet Estivo
di Kurma Dasa



Riso ai semi di papavero

Questo riso veloce e raffinato, da servire anche freddo, accompagna con classe i vostri piatti di verdura. Servitelo in un piatto unico insieme all'avocado, ai fiori di zucca e all'insalata indiana di patate per un buffet straordinario.

Preparazione: 5 minuti
Cottura: 2530 minuti

Ingredienti per 23 persone
1 tazza di riso basmati o di un altro riso bianco a grani lunghi
2 tazze di acqua (l'acqua deve sempre essere di volume doppio del riso)
1 cucchiaino di succo di limone
2 cucchiai di ghi o di burro
1 cucchiaino e 1/2 di semi di papavero
sale a piacere

1. Lavate, scolate e asciugate il riso.
2. Fate bollire l'acqua a fuoco moderato con il succo di limone e il sale, in una casseruola che va tenuta coperta per evitare che fuoriesca il vapore.
3. Riscaldate a fuoco basso il ghi in una casseruola da 2 litri. Quando il ghi è molto caldo aggiungete i semi di papavero e fateli soffriggere finché non sprigionano il loro aroma. Unite il riso e fate soffriggere per un minuto.
4. Aggiungete l'acqua che avete precedentemente portato a bollore, salate e alzate il fuoco al massimo per qualche secondo fino a che tutto ha ripreso a bollire. Proseguite poi a fuoco moderato mantenendo la pentola ben coperta, senza mai mescolare o alzare il coperchio, per circa 15 minuti finché il riso risulterà tenero e asciutto. Spegnete il fuoco, lasciate riposare il riso per altri 5 minuti e servite.







Fiori di zucca deliziosi

Questi deliziosi fagottini di fiori di zucca riempiti di leggeri fiocchi di patate costituiscono un'idea leggera e originale per un secondo piatto.

Preparazione e cottura: 30 minuti

Ingredienti per 4 persone:
16 fiori di zucca
2 patate grandi
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
qualche foglia di basilico
1/4 cucchiaino di assafetida
2 cucchiai di pangrattato
un pizzico di pepe
sale

1. Bollite le patate e riducetele in un morbido purè aggiungendo eventualmente qualche cucchiaio di latte. Soffriggete l'assafetida in un cucchiaio d'olio e unitela alla purea di patate. Aggiungete il basilico tritato, il parmigiano, il pepe e regolate di sale.
2. Scaldate il forno a 200 gradi. Private i fiori di zucca dei gambi e dei pistilli, farciteli con il composto preparato e adagiateli in una pirofila unta con un cucchiaio d'olio. Spennellate i fiori con l'olio rimasto, spolverizzateli con il pangrattato, fateli cuocere in forno caldo per 20 minuti circa e serviteli.







Insalata indiana di patate

Cubetti di patate accarezzati da una crema vellutata allo yogurt e insaporite da piccoli semi di mostarda e foglie di menta.
Un fresco assaggio della cucina indiana ideale come piatto forte per un pranzo leggero e gustoso.

Preparazione: qualche minuto
Cottura: 15 minuti
Raffreddamento: 1/2 ora

Ingredienti per 6 persone:
8 patate medie con la buccia
1 cucchiaio di succo di limone fresco
1 cucchiaino e 1/2 di sale
3 cucchiai di panna
1/2 cucchiaino di peperoncino verde privato dei semi e sminuzzato
1 cucchiaio di olio di oliva
1 cucchiaino di semi di mostarda nera
1 cucchiaio di foglie di menta fresca tritata
Foglie di lattuga per guarnire

1. Bollite le patate in acqua poco salata fino a quando saranno diventate tenere. Sbucciatele e tagliatele a cubetti di 2,5 cm.
2. Prima che le patate si raffreddino mescolate in una terrina lo yogurt, la panna, il succo di limone, il sale e il peperoncino.
3. Fate soffriggere a fuoco moderato i semi di mostarda in un padellino fino a quando inizieranno a scoppiettare. Unite alla miscela precedentemente preparata l'olio, i semi di mostarda tostati e tre quarti delle foglie di menta. Condite l'insalata con la crema di yogurt che avete preparato. Fate raffreddare per mezz'ora e servite sulle foglie di lattuga guarnendo con la menta fresca rimasta.















MAHABHARATA

LA STORIA DELLA GRANDE INDIA

La collera di Sisupala

II re di Cedi interrompe il sacrificio
Rajasuya per ingiuriare Sri Krsna

Tradotto dal Sanscrito
da Hrdayananda Dasa Gosvami



Il saggio Vaisampayana sta narrando la storia dei Pandava al loro pronipote, re Janamejaya. Mentre la narrazione continua, Vaisampayana spiega che Sisupala aveva obiettato quando Sri Krsna fu scelto per ricevere la prima grande adorazione, al grande sacrifìcio Rajasuya di re Yudhisthira, che stava diventando l'imperatore del mondo.

Sisupala non poté tollerare l'adorazione offerta a Sri Krsna. Il potente Sisupala, re di Cedi, respinse e insultò pubblicamente Krsna nel corso del procedimento, offendendo Bhisma e Yudhisthira. Sisupala disse: _Quando tutti questi elevati signori della terra sono in piedi qui, o Yudhisthira, quest'uomo dei Vrsni non merita gli onori di un governante, come se fosse un re. O Pandava, questo è un comportamento scorretto per gli elevati Pandava. A causa dell'egoismo avete adorato gli occhi di loto di Krsna. Voi Pandava siete tutti infantili. Voi non potere capire, perché i principi della religione sono alquanto sottili. E questo Bhisma, figlio di Ganga, ha trasgredito la legge per la sua visione ristretta. Come te, Bhisma è certamente legato alla giustizia. Così, poiché egli sta agendo in modo capriccioso per compiacere il suo favorito, merita uno sdegno ancora maggiore tra la società delle persone rispettabili.
"Come può, nel mezzo di tutti questi re della Terra, questo Krsna dei Dasarha, che non è nemmeno un re, meritare onori come quelli coi quali lo avete adorato? O forse, in realtà, pensate che Krsna sia il più anziano? Quando Vasudeva, il suo padre anziano è qui presente, come può meritare tali onori suo figlio? O anche se Krsna vuole il vostro benessere e vi ha reso servizio, come può meritare questa adorazione, quando Drupada è presente? O capo dei Kuru, se forse consideri Krsna il tuo maestro, come puoi adorarLo, quando (il tuo vero maestro), Drona è qui, in piedi? O se pensi che Krsna sia un sacerdote, o figlio di Kuru, perché dovresti adorare Krsna quando il colto brahmana Dvaipayana (il più grande dei sacerdoti) è presente? Krsna non è un sacerdote, né un maestro, né un re, eppure sta ricevendo l'adorazione. Per quale altra cosa, se non per il tuo desiderio capriccioso di compiacerLo?
"E ancora, se tu stai, in realtà, adorando Krsna, allora perché portare tutti questi re qui? Per insultarli? Noi offriamo il nostro tributo a Yudhisthira non per la paura, non per avidità o diplomazia, ma perché egli è un uomo dedito alla virtù e aspira ad essere il Signore della Terra. Noi offriamo un tributo a lui, ma egli non ci considera. Che cosa questo potrebbe significare se non una mancanza di rispetto, se in un consiglio di re voi avete adorato Krsna con l'arghya *[ una bevanda fatta con ingredienti propizi che viene offerta alle persone più degne di rispetto.], Krsna che non ha ancora raggiunto una posizione chiara nella società. Senza alcuna ragione, la fama ha raggiunto questo figlio di Dharma, Yudhisthira, e la gente lo chiama dharmatma, 'un'anima virtuosa'. In effetti quale uomo avrebbe offerto tale adorazione a Krsna, che è caduto dal livello della virtù, e benché nato nella dinastia Vrsni, una volta ha ucciso un re? Oggi la sua condizione di 'anima virtuosa' è stata sottratta a Yudhisthira, in quanto, per aver concesso l'onore dell'arghya a Krsna, egli è diventato un debole, miserevole uomo.
_Se i figli di Kunti sono uomini spaventati o sfortunati, o se sono asceti che non si curano del mondo e delle sue usanze, in ogni caso dovresti sapere quale onore in realtà Krsna meriti.
_E tu, Krsna, essendo indegno dell'adorazione a Te offerta da uomini disgraziati, perché l'hai approvata? Tu stimi tanto un onore che non ti si addice, come un cane che si impadronisce di un fiotto di ghi sacrificale, ed è ansioso di divorarlo in solitudine. Ma questo genere d'insulto non funziona tra i re della Terra. Chiaramente sei soltanto Tu che i Kuru ingannano. In realtà, essi hanno fatto di Te uno sciocco. Come il dono di una moglie a un eunuco, o l'esibizione di una bella forma a un uomo cieco, così e l'offerta di onori e regali a Te, che non sei neanche un re.
"Ora re Yudhisthira si è rivelato per quello che è, e anche Bhisma è visto nella sua realtà. Anche questo Krsna è visto come realmente è. Tutto ora può essere considerato nella sua realtà."
Dopo aver parlato all'assemblea, Sisupala si alzò dal suo seggio elevato e lasciò l'assemblea con alcuni altri re.



LA RISPOSTA DI YUDHISTHIRA E BHISMA

Allora re Yudhisthira si affrettò verso Sisupala, e cercando di calmarlo gli rivolse queste parole gentili: "O governante della Terra, non ti si addice parlare in questo modo. E' una grande ingiustizia usare queste parole così dure e prive di significato. Bhisma, il figlio di Santanu non ha mai mancato di riconoscere il più alto principio religioso, perciò non pensare in modo opposto e non disprezzarlo. Considera tutti questi governanti che sono molto più anziani di te. Essi tollerano questo onore concesso a Krsna e anche tu dovresti fare altrettanto. O signore di Cedi, Bhisma in verità conosce Krsna molto bene. Tu non Lo conosci bene come lui."
Poi parlò Bhisma: "Non ci si dovrebbe rivolgere a lui con la persuasione, né egli merita discorsi concilianti, perché disapprova l'adorazione di Krsna, la persona assolutamente più anziana del mondo. Quando un guerriero che è il migliore dei combattenti vince un altro in battaglia, e avendo soggiogato il suo avversario lo lascia libero, allora diventa il guru del guerriero sconfitto. In questo incontro di re io non vedo nemmeno un signore della Terra che Krsna, il figlio dei Satvata, non abbia vinto in battaglia col suo splendido potere. Non solo noi dovremmo adorare quell'infallibile Signore, Janardana, ma così dovrebbero fare tutti i tre mondi.
Krsna ha sconfitto molti tra i migliori guerrieri in battaglia: in verità, l'intero universo è completamente situato in Krsna, il quale è apparso tra i Vrsni. Perciò anche quando uomini più anziani sono presenti, noi adoriamo Krsna, non gli altri. Non è corretto, nel tuo caso, parlare così, Sisupala. Metti da parte questa attitudine.
_O re, io ho adorato molti che erano più anziani per conoscenza, e li ho ascoltati quando quei colti santi si riunivano e parlavano dei molti attributi, degni di reverenza del supremamente qualificato Krsna. Oltre a ciò ho ascoltato la gente parlare, spesso a lungo, delle attività che il saggio Krsna aveva compiuto fin dalla nascita.
"O re di Cedi, noi adoriamo Krsna, la cui santa adorazione non deriva dal nostro desiderio personale, non perché diamo la priorità alla nostra famiglia che è collegata con Lui, né per godere in alcun modo dei Suoi favori, dato che è Lui che concede ogni felicità terrena. Noi adoriamo Lui perché conosciamo la Sua gloria, il Suo eroismo e le Sue vittorie.
Certamente non c'è nessuno qui, nemmeno un giovane ragazzo, che non sia stato da noi preso in considerazione. E trascurando coloro che sono più anziani per le loro qualità, concludiamo che Krsna è il più venerabile. In conoscenza è il più anziano dei brahmana, nella forza il più grande dei guerrieri. Questi due motivi di superiorità sono saldamente stabiliti in Krsna, che è degno di onore. In questo mondo di uomini, soltanto Krsna possiede forza illimitata e illimitata comprensione dei Veda e dei loro supplementi.
_Fama, bellezza, carità, modestia, perizia, umiltà, educazione, eroismo, soddisfazione, prosperità, determinazione e supremo discernimento, sono qualità fisse nell'infallibile Signore. Egli possiede ogni esistenza. Egli è il più grande e sacro maestro, il guru, il solo adorato e venerabile che io adoro e che tutti voi dovreste riverire. Il sacerdote, il guru, il genero, il brahmana appena sposato, il monarca e l'amato  tutto questo è presente in Sri Krsna, perché Egli è il Signore dei sensi. Perciò l'infallibile Signore deve essere adorato.
_Krsna soltanto è certamente, sia la fonte generatrice sia il distruttore dei mondi. In verità, grazie a Krsna l'universo prende forma ed esiste. Egli è l'eterno artefice ed è anche la natura cosmica non manifestata. Egli è al di sopra di tutti gli esseri viventi; perciò quell'infallibile Signore è il più anziano. Mente, intelligenza, fuoco, acqua, etere, il vento potente e tutto ciò che è la terra  in verità l'intera esistenza  è situato in Krsna. Sole, luna, stelle, direzioni, tutti i pianeti e le regioni intermedie ogni cosa è situata in Krsna.
_Sisupala, questo uomo infantile non comprende che Krsna è presente in ogni luogo, in ogni tempo; ed è per questa ragione che inveisce in questo modo. Un uomo intelligente che può distinguere il principio religioso più elevato deve comportarsi secondo quel principio, non come si comporta questo re di Cedi. Allora chi tra questi re elevati, con tutti i loro anziani e la loro prole, non trova degno Krsna? Chi, in realtà, non Lo adorerebbe? Se invece Sisupala stabilisce che questa adorazione è sbagliata, lasciamogli fare tutto quello che vuole a questo proposito."



LA SFIDA DI SAHADEVA

Allora Sahadeva, in risposta, pronunciò queste parole dense di significato: "O monarchi  chiunque tra voi non tolleri Krsna, Lui, che nel suo incommensurabile valore trucidò Kesi e che ora io adoro  ecco, io dico, porrò il mio piede sulla testa di tale uomo potente o sulla testa di tutti loro. Ora che ho parlato così chiaramente, permettete che tale persona parli a sua volta. Ma tutti i re riflessivi devono ammettere che Krsna è il maestro, il padre e il guru  Lui che deve essere adorato, che è stato adorato e che è degno di adorazione."
Tra tutti questi re intelligenti, rispettabili e potenti, nessuno parlò quando Sahadeva chiaramente mostrò il suo piede. Allora una pioggia di fiori cadde sul capo di Sahadeva e voci invisibili esclamarono: "Eccellente! Eccellente!" Narada Muni, che predice il futuro di tutte le creature, che libera le persone da tutti i dubbi spirituali e conosce tutti i mondi, fece ondeggiare la sua pelle di damo per esprimere il suo giubilo.
In seguito, l'intera folla di guerrieri guidati da Sisupala, tutti convenuti là per invito di Yudhisthira, dimostrarono la loro rabbia e impallidirono. Questi re, convinti della loro superiorità, parlarono con avversione dell'incoronazione di Yudhisthira e dell'onore attribuito a Sri Krsna. Controllati dagli amici intimi, sembravano leoni ruggenti trascinati dalle loro grasse prede. Krsna allora realizzò che quella massa illimitata di potere, quell'invincibile mare di regalità, stava facendo piani di battaglia.
Sahadeva, un dio fra gli uomini, avendo soprattutto adorato i brahmana e gli ksatriya, che erano degni di adorazione, concluse la cerimonia.
Quando Krsna era stato adorato direttamente, Sisupala, il tormento dei nemici, si rivolse ai re, i cui occhi rossi brillavano per la rabbia: "Sono qui tra voi come capo dell'esercito! Potete crederlo! Che cosa faremo ora? Legate l'armatura e schieriamoci in battaglia contro i Vrsni e i Pandava riuniti."
Così tutti quei re, alzati, tennero consiglio col toro di Cedi, con l'intenzione di interrompere il rito sacro.

Hrdayananda Dasa Gosvami, che ha conseguito il Ph. D. in Indologia presso l'Università di Harward, insegna occasionalmente al Graduate Theological Union di Berkeley, in California, ed ha tenuto corsi presso l'Università della California a Los Angeles.















Esperienze Devozionali

Persa e Ritrovata

"Se la morte porta a una vita migliore,
il suicidio potrebbe essere una scorciatoia?"

di Arcanasiddhi Devi Dasi

Ero incerta su ciò che mi aspettava e camminavo lentamente verso il Centro di terapia. Un segretario mi diresse verso una stanza all'estremità del salone. Entrando riconobbi la maggior parte dei volti. L'atmosfera era sobria e tetra.
Il mio primo pensiero fu di girarmi e di uscire, ma restai, curiosa circa la finalità dell'incontro. Ero una studentessa laureata dell'Università del Maryland nel programma di terapia, ed ero quindi informata sui "modi di intervenire". Generalmente si dovevano affrontare problemi di droga o il modo di comportarsi con il paziente, quando era necessario l'aiuto psichiatrico. Un paio di volte avevo partecipato a quegli incontri e mi sentivo triste per lo studente che doveva sottoporsi ad un massiccio ed estenuante attacco. Perciò, quando improvvisamente mi trovai dall'altra parte, bersaglio dei loro interventi, mi sentii tradita e devastata. Recentemente, per la prima volta avevo percepito un po' di chiarezza e un certo indirizzo nella mia vita. Eppure qui c'erano i miei benefattori che mi osservavano, come se io fossi mentalmente priva di competenza.



SENTIRSI PERSA

Forse ero un po' 'fuori', rispetto a quelli che mi stavano intorno, ma forse mi sentivo in quel modo perché ero una ragazza giovane. Poco prima di questa seduta senza invito mi ero imbattuta in un paragrafo descrittivo, scritto nel settimo anno scolastico, intitolato "Persa". Le nuvole venivano spinte attraverso il cielo grigio. Una ragazza piccola e minuta era immobile nella sabbia, il volto rigato dalle lacrime e ricoperto di sale e di acqua salata. La spiaggia si stendeva per miglia e miglia senza un'altra anima in vista. Granelli di sabbia saltavano intorno senza rumore, sollevando frammenti sabbiosi nell'aria. Ora solo una debole luce era in vista. Piccole gocce di pioggia colpivano il suo piccolo viso. Era perduta.
La ragazza dal volto minuto, persa sulla spiaggia, ero io. Ricordo che avevo scritto questo pezzo descrittivo ad undici anni. Guardavo fuori dalla finestra della mia stanza nel primo mattino. Il sole riempiva un cielo blu scuro, insolito nello stato di Washington. Eppure ero sopraffatta dalla tristezza e le lacrime salivano ai miei occhi. Mi sentivo sola, come se non appartenessi a questo mondo. Cercavo qualcuno che mi aiutasse nella mia disperazione.
Qualche anno dopo, all'Università, dopo essermi intorpidita con droghe ed effimere storie d'amore, cominciai a sentirmi guidata nella mia ricerca di Dio. Gli eventi della vita mi portarono in una scuola superiore. Là cominciai ad interrogarmi sul prevedibile corso della mia vita: finire la scuola, trovare un lavoro, sposarmi, comprare una casa, avere dei figli, comprare una casa più grande, avere dei nipoti, invecchiare, ammalarsi e morire. Vedevo i miei genitori e nonni imprigionati in questa monotona commedia della vita. Questa prospettiva mi attraeva ben poco. In effetti tutto sembrava assolutamente privo di senso.

Cominciai a chiedermi se la morte liberasse, in qualche modo, da questa ricerca priva di gusto e producesse una esistenza più ricca e soddisfacente. Mi lasciai avvincere da tale questione e da altri interrogativi riguardanti la morte. Se la morte porta ad un'esistenza migliore, il suicidio potrebbe essere una scorciatoia? Come avrei potuto conoscere ciò che accade dopo la morte e vivere la mia vita di conseguenza?
Era l'estate del '76 e molte cose cominciarono a cambiare nella mia vita. Persi la mia attrazione per i locali notturni, le feste e i concerti. Passai lunghe ore in solitudine, camminando nel parco e leggendo libri spirituali. Dopo aver realizzato che la carne è costituita soltanto da carcasse morte, diventai vegetariana.
Con l'avanzare dell'estate il mio isolamento e la mia introversione aumentarono. La vita della scuola superiore appariva inquietante ai miei occhi, solo giorni che scorrevano. Il mio stipendio dell'università mi permetteva solo di vivere in un dormitorio dove dovevo sorvegliare gli studenti. Una sensazione di malessere si stabilì nel mio stomaco nel ricordare alcune stranezze degli studenti dell'anno precedente. Alcuni alunni avevano appiccato il fuoco nel corridoio, un altro aveva guidato una macchina attraverso l'entrata principale a altri avevano messo la testa di un uccello morto sul pomello della porta di uno studente.



INTERVISTE SULLA VITA

Prendendo in considerazione un periodo di svago per me e le mie pressanti domande sulla vita, decisi di intervistare alcune persone di cui avevo percepito la saggezza. Tra loro, un insegnante di poesie, dotato di profonde intuizioni sulla futilità della vita, e uno psicologo clinico col quale avevo lavorato in un progetto di ricerca, e il cui realismo mi aveva colpito. Decisi anche di cercare Neil ed Elliot, due miei compagni di scuola.
Neil, Elliot ed io pranzavamo spesso insieme discutendo di argomenti metafisici. Sebbene spesso io non comprendessi le loro introspezioni filosofiche, mi sentivo attratta dalla loro compagnia.
Neil ed Elliot avevano cominciato a frequentare i devoti di Krsna. Io avevo visto una volta questi uomini dall'apparenza esotica, con la testa rasata e gli abiti color zafferano. Li avevo sentiti cantare in un campus, ma non conoscevo niente della loro filosofia. Incoraggiata da Neil ed Elliot, comprai una Bhagavadgita così com'è e una corona di perline per cantare il mantra Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Sentivo però che tutto era alieno ed estraneo; così misi la corona in un cassetto e la Bhagavad-gita in un armadio.
In seguito persi i contatti con Neil ed Elliot. Persi anche i nostri incontri filosofici dell'ora di pranzo e spesso mi domandai dove essi erano andati a finire. Ora, due anni dopo, desiderai discutere con loro dei miei pensieri sulla vita e sulla morte; questi pensieri diventavano più critici quando l'orologio scandiva l'ora e l'estate volgeva alla fine. Non sapendo come raggiungere Neil ed Elliot, stabilii di far visita al mio maestro di poesia e allo psicologo mio amico.
L'incontro con i miei consiglieri non andò bene. Le mie domande li disturbarono ed essi si preoccuparono del mio stato mentale. Cercai di convincerli che non avevo tendenza al suicidio nel senso classico della parola, ma volevo conoscere i loro pensieri sulla morte come accesso ad un'esistenza più ricca di significato. In qualche modo non fui in grado di comunicare il mio intento. La loro reazione fu più clinica che filosofica. Così interruppi ogni contatto sentendomi dispiaciuta e sciocca.
La scuola riprese e io fui costretta ad abbandonare la mia solitudine. Mi mancava l'alzarmi all'alba e l'andare al parco per leggere, scrivere e pregare. Mi mancava la quiete e il tempo libero per me stessa.
Un giorno ero seduta nella mia stanza, afflitta per la perdita di significato della mia vita, che sembrava riprendere un sentiero automatico. Potevo cambiarla? Ero padrona o schiava della mia vita?
Qualcuno bussava alla mia porta e interruppe i pensieri. Era il mio amico Steve. Egli sembrava preoccupato, e mi chiese di assistere ad un incontro che si teneva il mattino dopo al Centro terapeutico, assicurandomi che quelle persone si curavano di me e mi avrebbero aiutato; così acconsentii ad andare.
Come avrebbe potuto aiutarmi qualcuno, se io non ero sicura di ciò che volevo? In realtà, sapevo ciò che volevo. Soltanto non sapevo come ottenerlo. Il giorno prima un professore aveva portato la nostra classe ad una "visualizzazione guidata" in cui noi creavamo la nostra vita perfetta. Mi vidi mentre vivevo in una comunità spirituale in un ambiente naturale, pieno di begli alberi. Tutti avevamo la medesima finalità: capire il vero significato della vita e la nostra identità eterna. Avvertii un po' di speranza in questo esercizio, come se quel luogo esistesse realmente.



CONSULTARE LA BHAGAVAD-GITA

Quella sera pensai ai miei vecchi amici Neil ed Elliot. Frugai nel mio armadio e trovai la mia grande e colorata Bhagavadgita così com'è che avevo letto in loro compagnia. Mi sentii confortata nel tenere tra le mani quel libro e osservare l'illustrazione della copertina. L'aprii con reverenza, percependo una qualità speciale che prima non avevo avvertito. Cominciai a leggere il primo capitolo, ma mi sentivo incapace di entrare nei misteri che conteneva. Desideravo di veder apparire di nuovo i miei due amici, perché volevo che loro mi spiegassero i contenuti segreti di questo antico testo. Quella notte mi sentii piena di speranza, come trasportata nel sonno.

Il giorno dopo, al centro terapeutico, incontrai un gruppo di amici e maestri dai volti spietati. La mia assistente universitaria, una donna forte e mascolina dall'aria sarcastica e malevola, parlò per prima. Nel passato avevo sudato in sua presenza nel tentativo di dire le parole giuste per impressionarla. Recentemente però il mio desiderio di attrarre la sua attenzione era svanito.
Ascoltai, mentre descriveva i cambiamenti osservati in me dal mese passato. Mentre io pensavo che fossero segni positivi, lei li giudicò in modo del tutto differente. Espresse preoccupazione a causa della mia distanza emozionale e per il fatto che apparivo così quieta. Si riferì al fatto che precedentemente ero stata così socievole ed efficiente e molto più coinvolta nell'attività universitaria. Disse anche che aveva sentito parlare dei miei pensieri suicidi.
A questo punto realizzai la finalità di questo loro incontro. A meno che potessi convincerli di non avere intenzioni suicide, avrei potuto finire con l'essere affidata a un ospedale psichiatrico. Sebbene mi sentissi intimidita trovai un po' di forza nella mia voce. Con fiducia dissi che stavo cercando il significato della mia vita. Aspettavo solo risposte ed ero ben lungi dal sentirmi attratta dal suicidio.
Uno psicologo che avevo visto, ma col quale non avevo mai parlato, sembrava simpatizzare con me, mentre raccontava la sua stessa ricerca di giovane uomo nel buddismo e in altre filosofie orientali. Mi sentii un po' apprezzata da quest'uomo magro dai capelli grigi. Sebbene io non avessi alcun collegamento con lui, come del resto con gli altri nella stanza, gli fui grata di essere venuto.
Il momento di sollievo finì bruscamente per me, quando la mia assistente ricominciò a parlare. Io ero stata sottoposta a stress e a pressioni, disse, e tutti pensavano che pochi giorni in un ospedale mi avrebbero aiutato a tornare nel mio "vecchio sé" (il frustrato, inutile, infelice sé, che ora era riluttante). Lei concluse il suo appello dicendo che non potevano forzarmi, ma sperava che io avrei volontariamente accettato. Poi si offrì di organizzare ogni cosa.
Le sue parole erano penetrate in profondità nel mio cuore. Mi sentii tradita da questo gruppo di amici e insegnanti. Le lacrime sgorgarono dai miei occhi mentre guardavo fuori dalla finestra. Avevo una sensazione familiare di essere fuori posto e completamente sola. In silenzio piansi per avere l'aiuto di qualcuno che mi aiutasse nella mia disperazione.
Rivolsi lo sguardo alla mia assistente: "No, grazie", dissi, _sto bene".
Mi alzai e lasciai la stanza. Le lacrime mi bagnarono le gote.
"E ora?", chiesi a me stessa. _Dove vado ora?"



INCONTRO CON I VECCHI AMICI

Sollevai la sbarra di ferro dalle pesanti porte esterne. La luce del sole inondò i miei occhi accecandomi improvvisamente. Mentre i miei occhi si adattavano a quella luminosità, misero a fuoco due volti familiari che mi stavano di fronte. Un'ondata di gioia mi riempì. Neil ed Elliot erano là  le teste rasate, tranne un ciuffo di capelli a corona. Con le vesti color zafferano sembravano due angeli discesi dal cielo.
Sentii in quel momento che il nostro incontro dopo due anni era stato orchestrato da un essere onnisciente. Avevo la fiducia che i miei amici potevano darmi la conoscenza che stavo disperatamente cercando. Non ero delusa. Al mio stupore Neil ed Elliot risposero alle mie domande in modo veramente completo.
Citando dalla Bhagavadgita Neil ed Elliot affermarono che io ero un'anima spirituale che viveva nel corpo. La frustrazione che sentivo nel mondo materiale era un segno della vita spirituale che si stava risvegliando in me. Il mio corpo umano era un dono speciale per permettermi di realizzare la mia vera identità spirituale e ravvivare il mio eterno amore per il mio creatore, il mio più caro amico. Annientare il corpo prematuramente avrebbe impedito, non certo aiutato, il mio viaggio spirituale.
Continuai a imparare ciò che la Gita diceva dai miei amici nella loro comunità spirituale a Potomac nel Maryland. Circondato da alberi, in mezzo alla natura, incontrai un gruppo di persone che lavoravano insieme per rendere perfetta la loro vita con l'amore di Dio. Era proprio ciò che avevo visto pochi giorni primi nella mia visione. Mi convinsi che una vita cosciente di Krsna mi avrebbe portato il significato, l'obiettivo e la felicità che bramavo.
Presto mi ritirai dalla scuola e mi trasferii nell'ashram portando con me le mie cose, compreso la mia corona e la Bhagavadgita. Molte persone nella mia vita, specialmente la mia famiglia considerarono la mia decisione emozionale e precipitosa. Eppure sapevo chiaramente che tutti gli eventi della mia vita portavano a questo punto. Questo era il culmine della mia ricerca spirituale. Soffrivo all'idea che le persone che amavo fossero così sconcertate. Mia madre piangeva, mio padre gridava. Il mio ragazzo disse che sarebbe stato meglio per lui che io mi fossi suicidata. Eppure io ero profondamente convinta che questa era la scelta che dovevo fare. Nonostante la formidabile opposizione, restai ferma sulla mia decisione e non sentii mai alcun rimpianto.



UNA VITA PIENA DI SIGNIFICATO

Oggi, ventidue anni dopo, sono sposata e ho un figlio. Ho completato i miei studi universitari e lavoro come psicoterapista per bambini e adolescenti. La mia vita assomiglia un po' a quella che avevo immaginato e schivata all'università, ma l'esperienza è molto differente.
Pur essendo molto lontana dalla realizzazione del sé, anche un piccolo avanzamento nella vita spirituale mi ha permesso di uscire dal soffocante tranello di un'esistenza priva di significato. Comincio la mia giornata con pratiche spirituali meditative, compreso il canto del mantra Hare Krsna sulle perline, leggendo le scritture vediche e adorando le nostre belle divinità nella nostra casa. Queste pratiche giornaliere mi permettono di vedere le cose in modo differente da quanto accadeva prima. Invece di limitarmi a vedere i corpi delle persone con cui ho rapporto, ora so che c'è un'anima spirituale in ognuno di quei corpi, insieme col Signore stesso, il quale gentilmente entra nel corpo di ogni essere vivente per guidare il nostro viaggio.
L'attività terapeutica che svolgo coi bambini mi permette di pregare il Signore nel loro cuore, di assisterli nella cura dei loro traumi e di aiutarli nel sentiero spirituale. Prego il Signore nel mio cuore di permettermi di diventare uno strumento, in modo che il suo amore e la sua energia di guarigione, possano lavorare attraverso di me. Quando mi trovo in questo stato di coscienza, la mia attività diventa un'offerta a Krsna e scopro la Sua presenza nel sentirmi piena di energia, di pace e di felicità.
La mia casa, quindi, invece di essere una conchiglia piena di effimeri oggetti mondani, è piena di oggetti spirituali: Divinità, quadri, libri, cassette e video ispirati al ricordo del Signore, con una stanza dedicata all'adorazione, viviamo insieme come una famiglia aiutandoci a progredire spiritualmente.
Ogni giorno ringrazio Srila Prabhupada per aver tradotto la Bhagavad-gita ed essere venuto in America per ritrovare una figlia perduta.















Srila Prabhupada parla chiaro

"Sei tu il padrone del tuo corpo?"

Continua qui lo scambio di opinioni tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni tra i suoi discepoli. La conversazione si svolge a Los Angeles il mattino del 13 Dicembre 1973 durante una passeggiata sulla spiaggia del Pacifico.



Srila Prabhupada (al discepolo 1): Così, tu sei il padrone del tuo corpo?
Discepolo 2 (nuovamente al discepolo 1): Stai dicendo allo stomaco come digerire, ai capelli come crescere o altro?
Srila Prabhupada: No, non lo sei.
Discepolo 1: No, ma sto ancora pensando che deve esserci qualche relazione tra me  l'anima spirituale  e tutte queste innumerevoli altre anime che vivono nelle cellule del mio corpo.
Srila Prabhupada: Dovunque guardi, c'è qualche relazione con altre anime. Quella relazione c'è già. Io, per esempio, sto camminando sulla sabbia, e quindi ho una relazione con essa. Se la sabbia non fosse abbastanza stabile, allora non potrei camminare così facilmente. Perciò la relazione con altri è sempre presente. Sei già coinvoito in essa. Ma all'interno di questa vasta situazione cosmica, con tanti
trilioni di anime, qual è la relazione più importante con ogni anima? Quella conoscenza è richiesta. La più importante, per ognuna di queste innumerevoli anime, è la relazione con Dio.
Discepolo 1: Ma, Srila Prabhupada, sembra che se le cellule presenti nel mio attuale corpo materiale non stiano lavorando, io l'anima, dovrei andarmene. Così anche questa particolare relazione appare abbastanza importante.
Srila Prabhupada: Quella è soltanto una tua teoria, cioè che se le cellule lavorano l'anima è viva. Questa è la tua teoria. La nostra _teoria", invece, la concezione vedica, è che poiché l'anima vive là, le cellule stanno lavorando. Questa è la nostra teoria. L'anima è là, e a causa della presenza dell'anima le cellule lavorano. Questo è già stato spiegato.
Io dico agli scienziati: _Voi scambiate l'effetto, il corpo materiale, con la causa.
E prendete la causa, la presenza dell'anima, come effetto. Questo accade perché non avete una conoscenza sufficiente. Perché siete situati nell'illusione".
Discepolo 2: Ma, Srila Prabhupada, gli esperti nella scienza medica non sembrano totalmente privi di conoscenza. Essi, per esempio, possono precisare e dire: "Oh, quest'uomo ha una particolare malattia del sangue. Morirà entro sei mesi".
Srila Prabhupada: Quella non è reale conoscenza. Quella è soltanto esperienza. Noi ora stiamo camminando parallelamente alla spiaggia, ma supponi che io dica: "Se mi giro di novanta gradi e cammino perpendicolarmente alla spiaggia, e avanzo di cento piedi, sarò divorato dall'acqua". Questa è meravigliosa conoscenza scientifica? (risate)
Questa cosiddetta conoscenza è soltanto una questione di esperienza. Perché lo considerate meraviglioso? "Oh, questa persona ha detto che se tu cammini perpendicolarmente alla spiaggia e avanzi di cento piedi, sarai divorato dall'acqua! E ora sono stato divorato dall'acqua".
Quella è la vostra stoltezza. Ogni sciocco può fare dichiarazioni di questo genere. Egli deve certo avere un'esperienza ridotta. Tutto qui. Questo genere di conoscenza non è un cosa meravigliosa. Lo sciocco non ha creato niente. Egli ha solo una piccola esperienza.
Discepolo 2: O.K. Ma allora gli scienziati possono dire: potete forse ridere che non abbiamo una completa conoscenza di niente  tutto ciò che abbiamo è solo esperienza: se proviamo questa cosa, otteniamo questo risultato; se proviamo quella cosa otteniamo quel risultato.
Ridete quanto vi piace, ma quando diamo a una persona qualcosa che cura la sua malattia del sangue, allora non riderete più.
Srila Prabhupada: Una mattina, molti anni fa, un medico a Dacca sentì tossire un uomo che passava di là. Così gli chiese: "Vieni qui. Dove stai andando?"
L'uomo era un agricoltore, e rispose: "Sto andando nei campi". Il medico rispose: _Sarebbe meglio che tornassi a casa. Non andare al campo".
Poiché il medico era una persona molto rispettata, il contadino tornò indietro.
Gli studenti del medico gli chiesero: "Perché gli hai detto di tornare a casa?" Il medico rimproverò gli studenti: "Non avete notato che quest'uomo aveva quel genere particolare di tosse? Quel genere di tosse indica che la morte sopravviene entro otto ore".
In realtà la cosiddetta conoscenza del medico era solo esperienza. Gli studenti non avevano riconosciuto quella tosse sintomatica, ma il medico sì, e disse loro che quel caratteristico suono nella tosse significava morte molto vicina.
Sì, questo è un genere di cose che un kaviraja esperto nella scienza medica sa fare. Quando mio padre era malato, il kaviraja mi disse: "Ora puoi procedere ai rituali perché egli morirà prima del mattino". E, in realtà, fu così che accadde. Mi dette questa notizia verso le undici e aggiunse in modo specifico che sarebbe morto il mattino dopo.
Tuttavia questa è ancora esperienza. Se dici: _oggi è il 14 dicembre, quando saranno trascorsi diciotto giorni saremo nel mese di gennaio", un bambinetto non capirà come fai a dirlo  come tu possa predire il futuro. "Come può mio padre dire che, esattamente dopo diciotto giorni, saremo in gennaio?" Soltanto grazie ad un'esperienza più estesa è possibile dire che dopo diciotto giorni saremo nel mese di gennaio.
Tutto ciò che conosciamo è soltanto esperienza, e l'esperienza suprema è Krsna. Perciò, se riceviamo la nostra esperienza da Lui, allora la nostra esperienza sarà perfetta. Questa è la nostra proposta.
Discepolo 1: In ogni caso, Srila Prabhupada, l'esperienza sembra voler dire che, in un certo senso io sono il padrone del mio corpo.
Srila Prabhupada: Tu sei il padrone del tuo corpo solo in questo senso  che fino a un certo livello puoi usare il tuo corpo a tuo piacere, ma vi sono condizioni che sono al di là del tuo controllo. Finché stai vivendo nel tuo corpo attuale, per esempio, puoi usarlo per comprendere qual è la meta suprema dell'esistenza. Non puoi usare il tuo corpo in modo da non poter più morire. Ciò non è possibile.
Discepolo 1: Così fino a un ampio grado, io non sono il padrone. Sono controllato.
Srila Prabhupada: Sì, perché non lo capisci? Sei sempre controllato. Stai camminando, per esempio  anche questo è controllato. Ad ogni istante il tuo corpo può paralizzarsi, in ogni momento.
Discepolo 1: Allora non è realistico pensare di essere il padrone del proprio corpo.
Srila Prabhupada: No, no. Questo è affermato nella Bhagavadgita. Perché gli scienziati mascalzoni non la leggono? Prakrteh kriyamanani gunaih karmani sarvasah / ahankaravimudhatma kartaham iti manyate: "L'anima spirituale, confusa dall'influenza del falso ego, pensa di essere l'autore delle attività, che in realtà sono compite dalle tre influenze della natura materiale". In realtà questa natura materiale ci tira tutti per gli orecchi, ma i mascalzoni pensano: _Io sono il boss".
E' tutto spiegato nella Bhagavad-gita: Prakrteh kriyamanani. Non l'hanno letto gli scienziati mascalzoni? Prakrteh kriya-manani gunaih karmani sarvasah / ahankaravimudhatma... Gonfi di falso egotismo, di falsa identificazione con questo corpo materiale, tutti qui pensano di essere il padrone. Quella è illusione. Nessuno è un capo, uno pensa di essere il padrone.
Ahankaravimudhatma: chi a causa del falso egotismo, sta pensando di essere il padrone, è un mascalzone, un asino di prima categoria.
E poiché tutti in questo mondo materiale sono soggetti alla falsa impressione di essere questo corpo, _Io sono il padrone"  perciò, in generale, li definiamo mascalzoni". Perché mai questo gentiluomo chiama tutti mascalzoni? Ma è il Signore stesso che nella Bhagavadgita dice, prakrteh kriyamanani... vimudhatma: Chiunque stia pensando di essere un padrone  è un mascalzone".
La lotta dei cosiddetti scienziati consiste nel fatto che essi vogliono bloccare l'azione di prakrti, la natura materiale. Quella è stoltezza. Non puoi diventare il padrone di prakrti. Non è possibile. Siamo soggetti a prakrti. Il padrone della prakrti - Mayadhisa  è Krsna. Purusah prakrtistho hi bhunte prakrtijan gunan / karanam gunasango 'sya sad-asadyonijanmasu: Tu sei forzato ad accettare diverse forme corporee perché sei legato alle influenze della natura materiale. Perché un'anima riceve il corpo di un cane, mentre un'altra anima ha un corpo umano? Tutto è controllato da prakrti, la natura.
Ora, avendo ricevuto un corpo di forma umana, hai ricevuto anche la fortuna di poter discriminare: _Che cosa dovrei fare?" Ma se nella vita umana ti comporti come un gatto, stai perdendo la tua preziosa opportunità. Se non ti avvantaggi di questo speciale dono, il potere di discriminare, allora, come dice la Bhagavadgita, dehantara  nella tua prossima vita riceverai un altro corpo materiale. Nella tua prossima vita potrai ricevere un corpo di un cane. Nella forma di vita umana invece avrai il potere di discriminare, non di ricevere un corpo di cane, ma potrai ricevere il corpo di un dio.















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Calendario Vaisnava

Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 1999 - Gaurabda 513



Mese di Trivikrama
(prima sezione: dal 1 al 15 Maggio)

5 Maggio. Mercoledì: Scomparsa di Ramananda
Raya.
12 Maggio. Mercoledì: Apara Ekadasi, digiuno
di cereali e legumi. Apparizione di Vrndavana Dasa Thakura.
13 Maggio. Giovedì: Trayodasi, interruzione del digiuno dalle 05:52 alle 10:45.*



Mese di Purusottama
(dal 16 Maggio al 13 Giugno)

25 Maggio. Martedì: Padmini Ekadasi, digiuno di cereali e legumi.
26 Maggio. Mercoledì: Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 06:06 alle 10:41.*
10 Giugno. Giovedì: Parama Ekadasi, digiuno di cereali e legumi.
11 Giugno. Venerdì: Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 05:33 alle 08:12.*



Mese di Trivikrama
(seconda sezione dal 14 al 28 Giugno)

23 Giugno. Mercoledì: Scomparsa di Srila Baladeva Vidyabhusana; Apparizione di Gangamata Gosvamini.
24 Giugno. Giovedì: Pandava Nirjala Ekadasi, digiuno completo, anche di acqua, nel caso non si siano rispettati gli ekadasi precedenti.
25 Giugno. Venerdì: Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 05:34 alle 10:43. *
28 Giugno. Lunedì: Snana Yatra, la cerimonia del bagno di Jagannatha. Scomparsa di Mukunda Datta; scomparsa di Sridhara Pandita.



Mese di Vamana Masa
(dal 29 Giugno al 28 Luglio)

29 Giugno. Martedì: Scomparsa di Syamananda Pandita.



Nota:
* L'ora legale è già considerata.















Festa della Domenica
Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!
La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Bologna - via Ramo Barchetta, 2
Castagnolo Minore 40010  Bentivoglio (BO)
Tel. 051/863924

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori,
27  00186 Roma  Tel. 06/6832660



Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) — Tel.055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com



ISKCON su internet
http://www.hkitaly.it/harekrsna/












Fine del numero di maggio-giugno 1999.